IL CASO
La frazione di Talamone
Non ci stanno a liquidare l'operazione come una "semplice" questione di schieramenti politici avversi, ma ribadiscono che la petizione che ha già raccolto centinaia di firme è trasversale e fondata esclusivamente sulle condizioni in cui – a loro dire – versa la frazione. Il coordinamento Secessione Talamone rilancia la protesta e annuncia che altre frazioni sono pronte a chiedere il passaggio dal Comune di Orbetello a quello di Magliano in Toscana, il cui sindaco Gabriele Fusini si è già dichiarato ben disposto.

Il simbolo del coordinamento "Secessione Talamone"
"Il sindaco di Orbetello, Andrea Casamenti, ha definito la nostra iniziativa come un'operazione della sinistra – premettono Antonio Cagnacci e Maurizio Damato, referenti del comitato – e questo non è solo falso, ma anche offensivo verso centinaia di cittadini, residenti e proprietari di seconde case, che hanno sottoscritto una petizione popolare libera, trasversale e totalmente slegata da qualsiasi partito politico. Conferma purtroppo l’atteggiamento di sufficienza e arroganza con cui da anni viene trattata la comunità di Talamone. La petizione è nata dal basso, da persone comuni che amano questo territorio e non accettano più di vedere questo gioiello della Maremma abbandonato, trascurato e trattato come periferia di Orbetello. Ridurre tutto a una polemica ideologica è un modo goffo per distogliere l’attenzione dai veri problemi: l’assenza di manutenzione, la mancanza di investimenti, l’inerzia amministrativa e il declino turistico di una località che meriterebbe ben altro. Il sostegno alla nostra petizione è ampio e visibile, come dimostrano migliaia di post, commenti e condivisioni sui social network da parte di cittadini di tutta la Maremma e non solo".
"Il messaggio è chiaro – proseguono –: Talamone vuole essere ascoltata, rispettata e valorizzata. E non è affatto sola. In queste ore, anche altre frazioni del territorio orbetellano stanno manifestando interesse e solidarietà, segno che il malumore è diffuso e profondo. Chiunque fosse interessato può contattare i portavoce Antonio Cagnacci e Maurizio Damato. Invitiamo il sindaco Casamenti ad abbandonare i toni sprezzanti e le etichette politiche, e a riflettere su una verità semplice: quando un intero paese arriva a chiedere di andarsene, il problema non è chi raccoglie le firme, ma chi lo ha costretto a farlo. Di chi, adesso, non ha argomenti per replicare nel merito e può solo gettare fango addosso a una protesta civica e civile".
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