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Grosseto è sul podio nazionale per sopravvivenza all’infarto

Il PNE 2025 certifica l’eccellenza della rete Asl Toscana sud est

Carolina  Brugi

16 Dicembre 2025, 10:18

Rete Ima Grosseto

Rete Ima Grosseto

La recente pubblicazione dei dati del Programma Nazionale Esiti 2025 conferma l’ottima performance dell’Asl Toscana sud est nel trattamento dell’infarto miocardico acuto. Nelle province di Arezzo, Grosseto e Siena – quest’ultima gestita in coordinamento con l’Aou senese – la mortalità osservata a 30 giorni risulta complessivamente pari al 3,7%, un valore significativamente inferiore sia alla media nazionale (6,8%) sia alla media toscana (4,3%).

Particolarmente rilevanti i risultati registrati tra i residenti delle province di Grosseto, con una mortalità del 2,7%, che vale il secondo posto nella classifica delle 121 province italiane, e di Arezzo, che con il 3,9% si colloca all'ottavo posto nella stessa graduatoria.

Un risultato che riflette la performance dell’intera rete aziendale e che è quindi il frutto di un lavoro multidisciplinare e multiprofessionale, non riconducibile a un singolo presidio o a un singolo reparto. Un percorso che parte dalla formazione e dalla presenza di defibrillatori automatici sul territorio, coinvolge il 118, e prosegue lungo tutta la rete ospedaliera, fino alla gestione specialistica nelle strutture operanti in integrazione.

A contribuire a questa performance, certificata dal PNE 2025, è anche l’elevato volume di attività dei due hub ospedalieri aziendali di Arezzo e Grosseto: nel corso dell’anno, infatti, hanno ricoverato ciascuno il maggior numero di infarti STEMI, la variante più grave e più tempo-dipendente, tra tutti i presìdi ospedalieri della Toscana.

«L’eccellenza delle cure è assicurata indipendentemente dallo snodo della rete al quale il paziente accede in emergenza. Un dato ancora più rilevante se si considera la dispersione geografica della popolazione delle province gestite dall’ASL Toscana Sudest e i tempi di trasporto inevitabilmente più lunghi, che possono rappresentare una criticità in una patologia tipicamente tempo-dipendente», spiega Ugo Limbruno, direttore della Cardiologia di Grosseto.

«Per il trattamento dell’infarto serve un grande gioco di squadra, che parte dal coordinamento e dall’integrazione fra diverse professionalità (medici, infermieri e tecnici sanitari di radiologia medica), differenti discipline sanitarie (emergenza-urgenza, pronto soccorso, cardiologia intensiva, cardiologia interventistica, anestesia e rianimazione) e i diversi snodi della rete (presìdi ospedalieri di primo, secondo e terzo livello)», prosegue Limbruno.

«Il posizionamento della provincia di Arezzo tra le prime in Italia nella classifica Agenas del Programma Nazionale Esiti 2025 è il risultato di un’organizzazione clinica solida e del lavoro quotidiano della rete per l’infarto miocardico acuto, attiva nella provincia di Arezzo fin dal 2010 – evidenzia Alessandra Sabini, direttrice della UOC di Cardiologia di Arezzo, Bibbiena e Sansepolcro – Grazie all’integrazione stabile e concreta tra territorio, 118 e ospedale, con professionisti che operano come un’unica squadra lungo tutto il percorso dell’emergenza, siamo in grado di garantire la continuità delle cure, dalla diagnosi precoce, al trattamento interventistico in sala di Emodinamica, alla presa in carico nei diversi reparti ospedalieri nella fase post-acuta».

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