IL PROGETTO ANTIVIOLENZA
Vittoria Doretti, responsabile della rete regionale del Codice rosa
Un progetto unico in Italia, nato e sperimentato a Grosseto nel 2010 e poi esteso dal 2015 a tutta la Toscana. È La Rete regionale del Codice Rosa, composta da medici, operatori sanitari, psicologi e assistenti sociali, che si è riunita – come ogni anno – per fare il punto sul progetto di presa in carico, al pronto soccorso e in ospedale, delle vittime di violenza (donne ma anche bambini, anziani, persone fragili e più, di recente, dal 2025, chi, per discriminazione o pregiudizio, è oggetto di crimini di odio. L'incontro – a Firenze, al Centro studi “Il Fuligno” – è stato l’occasione quest’anno per approfondire il protocollo per l’attuazione delle linee di indirizzo giuridico-forensi, rinnovato e aggiornato lo scorso luglio, firmato dalla Regione assieme alle Procure. "Di fatto, il nuovo protocollo accresce la tutela delle vittime, garantendo la conservazione delle prove utili per i processi e per accertare le responsabilità".
La prima intesa con le procure era stata firmata nel 2018 e aggiornata successivamente nel 2022. Reati come quelli per lesioni volontarie personali, contro la libertà sessuale o per maltrattamenti in famiglia sono perseguibili in più situazioni d’ufficio. I sanitari hanno in questo caso obbligo di referto e di denuncia e il protocollo illustra tempi e modalità. L’obiettivo è favorire il riconoscimento precoce dei casi di violenza all’arrivo al Pronto soccorso e fornire una risposta efficace e coordinata da subito.
"La Rete regionale – commenta l’assessore al Diritto alla salute e alle politiche sociali, Monia Monni – rappresenta un’esperienza unica in Italia per organizzazione, competenze e visione. È una rete costruita su ruoli e funzioni chiaramente definiti, su operatori specificamente formati e su un’attenzione profonda alla persona vittima di maltrattamenti, accompagnata con rispetto, protezione e cura. Allo stesso tempo garantisce rigore ed efficacia nei tempi e nelle modalità di gestione della raccolta delle prove all’interno di percorsi sanitari dedicati. La governance multilivello del Codice Rosa mette in relazione servizi, enti e professioni diverse, creando un sistema di connessioni fondamentale. È un progetto di cui andiamo orgogliosi, perché unisce tutela, competenza e capacità di risposta concreta".
Dal 1 gennaio 2012, quando non tutte le Asl erano parte del progetto, al 31 dicembre 2024 nei Pronto soccorso della Toscana si sono registrati 32.820 accessi in Codice Rosa: un trend che ha ripreso a crescere, dopo il calo del 2020 dovuto al Covid. Nel solo 2024 gli accessi sono stati 2701, di cui 465 minori e 2.236 adulti (dove le donne sono la quota largamente prevalente). Crescono, rispetto al 2023, le vittime di origine straniera.
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