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2 novembre1975: muore Pier Paolo Pasolini

Dalle periferie romane ai grandi schermi, la vita e l’opera di un artista che sfidò convenzioni e censure

Carolina  Brugi

02 Novembre 2025, 11:23

Pier Paolo Pasolini

Pier Paolo Pasolini

Oggi, 2 novembre 2025, si celebra mezzo secolo dalla scomparsa di Pier Paolo Pasolini, uno degli artisti e intellettuali più complessi e affascinanti della cultura italiana. Nato a Bologna il 5 marzo 1922, da padre ufficiale di fanteria e madre maestra elementare, Pasolini trascorse un'infanzia segnata dagli spostamenti e dal fortissimo legame con le sue radici friulane nel piccolo paese di Casarsa della Delizia, dove con la madre fondò una scuola gratuita per i ragazzi del villaggio, iniziando fin da giovane un percorso di impegno pedagogico e sociale.

Pasolini fu un uomo dalle molteplici anime: poeta in dialetto friulano e italiano, scrittore coraggioso, regista cinematografico provocatorio, saggista e intellettuale politico. Il suo esordio con il romanzo "Ragazzi di vita" rivoluzionò la letteratura italiana con uno sguardo diretto e crudo sulle periferie romane. Il suo cinema, da "Il Vangelo secondo Matteo" alla trilogia della vita e al controverso "Salò o le 120 giornate di Sodoma", sfidò le convenzioni e le censure con un linguaggio potente e innovativo.

Marxista convinto, denunciò con vigore la decadenza della società borghese e l’impatto del consumismo. La sua omosessualità fu una componente radicale della sua vita e della sua opera, affrontata senza veli in un’epoca poco tollerante.

La notte tra l’1 e il 2 novembre 1975 Pasolini fu assassinato all’Idroscalo di Ostia: un omicidio ancora oggi avvolto nel mistero, che segnò l’Italia con un drammatico colpo.

Per commemorare l’anniversario, molte istituzioni culturali italiane organizzano mostre, spettacoli e dibattiti, mantenendo viva la memoria di un intellettuale che continua a essere una voce imprescindibile della cultura italiana.

Pasolini amava dire parole che ancora oggi sorprendono e stimolano: "Amo ferocemente, disperatamente la vita. E credo che questa ferocia, questa disperazione mi porteranno alla fine. Amo il sole, l’erba, la gioventù. L’amore per la vita è divenuto per me un vizio più micidiale della cocaina." E ancora: "La morte non è nel non poter comunicare, ma nel non poter più essere compresi." Queste citazioni testimoniano l’anima passionale di un uomo che ha vissuto la sua arte come attivismo e ricerca di verità profonda.

Pasolini non è stato solo un intellettuale e un artista, ma un testimone lucido e appassionato del Novecento italiano, capace di raccontarne le contraddizioni e le angosce come pochi altri.

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