Cinquant’anni dopo quella notte all’idroscalo di Ostia in cui Pier Paolo Pasolini venne brutalmente assassinato, la televisione italiana si ferma per ricordare la voce più scomoda e profetica del Novecento. Domenica 2 novembre 2025, la Rai e Mediaset dedicano un’intera notte al suo ricordo, unendo linguaggi diversi per restituire la complessità di un autore che continua a parlare al presente.
Su Rai 1, alle 23.40, lo Speciale TG1 propone un racconto intimo e appassionato della sua figura. Un viaggio che attraversa mezzo secolo di storia italiana e che indaga l’eredità di un uomo capace di leggere il futuro con lucidità disarmante. Il servizio di approfondimento intreccia documenti rari, filmati delle Teche Rai e testimonianze di chi lo ha conosciuto, amato o studiato, restituendo un ritratto che va oltre la cronaca della sua morte per esplorare la potenza visionaria del suo pensiero. Lo Speciale si sofferma sul Pasolini regista e poeta, ma anche sull’intellettuale politico, sull’osservatore del mondo popolare, sull’uomo che non smise mai di denunciare l’omologazione culturale e la mercificazione della società.
La Rai, però, non si limita a questo. L’intera azienda dedica un grande omaggio a cinquant’anni dalla scomparsa del poeta corsaro, coinvolgendo tv, radio e digital in un progetto che abbraccia più linguaggi. Su Rai 3, la notte tra l’1 e il 2 novembre si apre con un percorso che attraversa il suo universo poetico e umano, a partire da “Blob” e dal film “Castelporziano ostia dei poeti” di Andrea Andermann, fino alla lunga maratona di “Fuori Orario”, che accompagna lo spettatore in un viaggio attraverso le sue radici friulane, i documentari che ne raccontano la giovinezza e le opere che ne hanno alimentato il mito. Da “Il sogno di una cosa” a “In un futuro aprile”, fino alle riflessioni di Enzo Biagi e al documentario “La forma della città”, la Rai riporta in vita la sua voce e la sua inquietudine.
Nel palinsesto della Rai Storia, spazio alle rare interviste e ai momenti d’archivio più preziosi, come quella del 1975 con Pippo Baudo a “Spacca15”, mentre Rai 5 propone l’omaggio teatrale di Ascanio Celestini con “Museo Pasolini”. Rai Movie manda in onda, in prima serata, il film “La macchinazione” di David Grieco, seguito dal “Pasolini” di Abel Ferrara, interpretato da Willem Dafoe. Anche RaiPlay e RaiPlay Sound contribuiscono alla celebrazione con un’ampia selezione di documentari, film, podcast e letture: un vero archivio digitale dedicato a un autore che non smette di interrogare le nuove generazioni. Le testate giornalistiche, dai Tg nazionali ai Tgr regionali, offriranno servizi e speciali, mentre Radio Rai porterà la sua voce e il suo mito nei programmi culturali e musicali di tutto il weekend.
Alla stessa ora, nel cuore della notte televisiva, anche Rete 4 rende omaggio al poeta con il documentario “Pasolini – Maestro Corsaro”, in onda alle 24.56. La regia e la sceneggiatura sono firmate da Emanuela Audisio, giornalista e autrice premiata, che costruisce un ritratto diretto e potente di uno degli intellettuali più influenti del secolo scorso. Sessanta minuti di parole, immagini e volti: Dacia Maraini, Ninetto Davoli, Martin Scorsese, Dante Ferretti, Adriana Asti e Paolo Poli restituiscono il ricordo di un uomo che ha attraversato il suo tempo con il coraggio di chi sceglie sempre di non appartenere. Le parole di Pasolini rivivono nella voce di Fabrizio Gifuni, due volte David di Donatello, che presta corpo e timbro al suo pensiero.
“Maestro Corsaro” non si limita a celebrare, ma si interroga. Torna sui luoghi dell’anima – Roma, il Friuli, Ostia – e sui misteri che ancora circondano la sua morte. Si chiede cosa sia rimasto del suo sguardo, di quella “vita contro” che lo rese una figura irripetibile. La passione per il calcio, l’amore per la lingua, la sfida alla borghesia, la pietà per i marginali: tutto confluisce in un racconto che non ha il sapore della nostalgia, ma quello della verità.
Nella notte che segna mezzo secolo dalla sua scomparsa, la tv italiana sembra finalmente restituire a Pasolini la complessità che gli spetta. Rai e Mediaset, con due omaggi differenti ma complementari, fanno rivivere un pensiero che resiste al tempo e alle mode. L’una, con il rigore del servizio pubblico e la ricchezza del suo archivio; l’altra, con la potenza evocativa di un documentario che guarda al mito attraverso la voce del presente.
È una notte in cui Pier Paolo Pasolini torna a essere ciò che è sempre stato: un testimone scomodo, un poeta inascoltato, un uomo capace di anticipare i conflitti morali e culturali del nostro tempo. Cinquant’anni dopo Ostia, la sua voce risuona ancora. Non come un’eco, ma come una domanda che nessuno può smettere di porsi.