WELFARE
 
												Erio Giovannelli, segretario provinciale Spi Cgil
L'incertezza sul futuro di una cooperativa mette in crisi anche le due Rsa che gestisce. E di conseguenza anche le prospettive degli anziani ospiti, dei lavoratori e delle loro famiglie. A lanciare l'allarme è lo Spi Cgil, che esprime "forte preoccupazione per la situazione delle Rsa Piccola casa della divina provvidenza di Scarlino e San Giovanni Battista di Piloni, Roccastrada, entrambe gestite dalla cooperativa Agape. Il futuro della cooperativa, sul quale non si hanno certezze se non qualche voce di future fusioni o cambi di gestione – fanno sapere dal sindacato – getta scenari di incertezza non solo per i lavoratori ma anche per gli anziani ospiti e le loro famiglie".
"Il nostro primo pensiero, in quanto categoria di pensionati – dichiara Erio Giovannelli, segretario provinciale Spi Cgil Grosseto – va alle persone accolte in queste strutture e alle loro famiglie, che oggi vivono nell’incertezza sul futuro dell’assistenza. È inaccettabile che i soggetti più fragili siano lasciati in balia di silenzi e decisioni opache. Occorrono invece certezze. La rete delle Rsa territoriali è importante per l’intero sistema di welfare locale. «In una provincia dove la popolazione anziana cresce ogni anno, la stabilità e la qualità delle strutture residenziali sono essenziali: quando una cooperativa entra in crisi oppure non si conosce l’indirizzo del suo futuro, il rischio non è solo la perdita di posti di lavoro, aspetto sicuramente importante, ma in questo caso anche il venir meno di un presidio fondamentale di cura e dignità delle persone più fragili".
Lo Spi Cgil chiede che, accanto al tavolo istituzionale invocato dalla Fp Cgil, venga garantita la continuità dell'assistenza e la piena tutela degli ospiti. "Siamo sicuri che i sindaci di Scarlino, Travison, e Limatola, Roccastrada, svolgono e svolgeranno un lavoro importante favorendo un dialogo proficuo con i soggetti interessati, Coeso in primo luogo. Cercando di fare chiarezza, assicurando trasparenza sulle intenzioni della gestione e individuando soluzioni che tutelino persone, famiglie e territorio. Dietro questi numeri ci sono anziani con bisogni complessi, famiglie che si affidano alle strutture per un supporto dignitoso e comunità che rischiano di perdere servizi imprescindibili. Non si può parlare di welfare se la prima a vacillare è la sicurezza delle persone assistite".
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