Il neoeletto consigliere regionale Luca Minucci (Fratelli d'Italia) si scaglia contro il nuovo Documento di programmazione integrata dell'Area vasta sud-est per il triennio 2025-2027 elaborato dall'Asl e dall'Azienda ospedaliero-universitaria senese. "Un documento – dice Minucci – che fotografa con chiarezza una realtà che denunciamo da anni: Grosseto continua ad essere la provincia dimenticata della sanità toscana”.
“Il documento – argomenta Luca Minucci – conferma che le funzioni di alta specialità restano tutte concentrate su Siena, mentre Grosseto e Arezzo vengono trattate come semplici presidi di supporto. Neurochirurgia, cardiochirurgia, chirurgia toracica, trapianti, diagnostica avanzata e persino la governance farmaceutica e la ricerca universitaria sono tutte centralizzate sull’ospedale senese, lasciando il Misericordia in un ruolo marginale, senza reparti né autonomia organizzativa. Anche nei cosiddetti percorsi tempo-dipendenti come ictus, infarto e trauma maggiore il paziente grossetano deve essere trasferito a Siena per ricevere cure specialistiche. Un sistema che, in una provincia vasta come la nostra, può significare decine di minuti preziosi in più e, nei casi più gravi, la differenza tra la vita e la morte”.
Minucci sottolinea inoltre che "il documento parla di rete interaziendale e di integrazione, ma nella realtà questa rete funziona a senso unico: tutto parte e finisce a Siena, mentre Grosseto continua a subire le scelte e le priorità altrui. Non è accettabile che una provincia che copre un terzo del territorio dell’Area vasta, con oltre 200mila abitanti e un ospedale di riferimento provinciale, non abbia un proprio polo di alta specialità, una propria autonomia gestionale e una governance sanitaria reale. Una volta insediata la nuova Giunta Giani, in qualità di consigliere regionale di opposizione, esorterò il futuro assessore alla Sanità e lavorerò per una revisione complessiva del modello di Area vasta che restituisca equilibrio e dignità alla Maremma. Non chiederò privilegi, ma pari diritti sanitari per i cittadini grossetani, che oggi devono fare i conti con tempi più lunghi, servizi ridotti e un evidente sbilanciamento delle risorse verso altri territori. La sanità toscana deve essere una rete che unisce, non una scala gerarchica dove Grosseto resta sempre l’ultimo gradino”.
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