SANITÀ
"Attualmente il numero di neuropsichiatri infantili in servizio nella zona Grossetana e dell'Amiata Grossetana è assolutamente insufficiente rispetto ai bisogni di diagnosi, presa in carico e monitoraggio dei minori". La denuncia arriva da un gruppo di famiglie, rappresentate dalle associazioni Pollyanna (con il segretario Catuscia Forti), che si occupa del sostegno e supporto alle famiglie con figli disabili in età scolare, adolescenziale e adulta, e Ironmamme.
"I tempi di attesa – ricordano – sono di diversi mesi, quando invece la presa in carico dovrebbe essere tempestiva. Non serve solo un numero preciso: serve un piano urgente di rafforzamento dell’organico. Questa condizione ha conseguenze gravissime per le famiglie e i bambini: diagnosi tardive, percorsi scolastici compromessi, peggioramento delle difficoltà emotive e relazionali. Chi può si rivolge al privato, chi non può resta indietro: si crea una discriminazione inaccettabile. In diversi istituti si parla di riduzioni alle ore di educativa scolastica anche del 30-40% rispetto all’anno precedente. Alcuni bambini hanno visto dimezzare le ore. Questo vuol dire lasciare i più fragili senza supporto proprio nei momenti cruciali della giornata scolastica. Non si tratta di individuare un colpevole singolo, ma di responsabilità condivise tra Regione, Asl e Ufficio scolastico. Sono mancati programmazione e risorse".
"Noi chiediamo che tutti gli enti si siedano a un tavolo e trovino soluzioni immediate. In sostanza, chiediamo tre cose: rafforzare subito l’organico dei neuropsichiatri infantili, ripristinare le ore di educativa tagliate, creare un tavolo permanente con istituzioni, famiglie e associazioni per monitorare la situazione e impedire che si ripeta ogni anno. Parliamo di diritti violati: allo studio e all’inclusione, sanciti dalla Legge 104/92 e dalla Convenzione Ono sui diritti delle persone con disabilità. Non sono privilegi, sono diritti fondamentali. Non è accettabile che i bambini disabili restino senza servizi riabilitativi solo perché manca il neuropsichiatra infantile a firmare i piani. Questo non è un problema tecnico, ma una violazione di legge. Se l’Asl non ha abbastanza specialisti, deve trovare soluzioni alternative: convenzioni, incarichi, collaborazioni. Non possono essere le famiglie a pagare le conseguenze di un sistema che non funziona. Ogni giorno perso per un bambino è un diritto negato, ed è lo Stato a dover rispondere di questo. Abbiamo raccolto segnalazioni da numerose famiglie e associazioni del territorio. Alcuni bambini hanno visto ridurre drasticamente il supporto scolastico, altri sono ancora in attesa di certificazione. Se non ci saranno risposte continueremo a denunciare pubblicamente la situazione e valuteremo azioni legali e istituzionali. Non possiamo restare in silenzio mentre i diritti dei nostri bambini vengono calpestati".
Pronta la replica dell'azienda sanitaria. "L’Azienda Usl Toscana sud est conferma il proprio impegno per il rafforzamento dei servizi di Neuropsichiatria infantile sul territorio grossetano. In un contesto di difficoltà nel reperimento di nuove figure professionali, Asl Toscana sud est sta assumendo nuovi medici. Grazie alla Regione Toscana è stata approvato una procedura concorsuale esclusiva per l’azienda che permetterà di incrementare a breve termine i neuropsichiatri infantili nell’area provinciale grossetana. L'unità diretta dal dottor Bruno Sales conferma che certificazioni e rinnovi sono possibili grazie al lavoro degli psicologi dell’Ufsmia grossetana. L’Azienda Usl Toscana sud est ribadisce la propria disponibilità ad un confronto con le istituzioni e le associazioni locali al fine di modellare la propria risposta alla domanda di assistenza che proviene dal territorio, anche con riferimento a quegli aspetti, come l’assistenza scolastica, che non sono di sua diretta competenza".
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