AMBIENTE
“Parliamo di un fiume per noi strategico – ha ricordato Valentina Chiarello, responsabile area studi e progettazione del Consorzio – che si sviluppa, nella sua asta principale di 160 chilometri, interamente nel nostro comprensorio. Già nei lavori portati avanti tra il 2017 e il 2022 arrivammo ad attivare il tavolo di coordinamento istituzionale permanente e a sottoscrivere un protocollo d’intesa, con i casi pilota di Buonconvento, Cinigiano e Asciano. Ora serve un documento di intenti, propedeutico al documento strategico e alla sottoscrizione del contratto di fiume, un impegno formale con il quale ogni attore si impegna in un piano di azioni”.
“Riprendiamo quel percorso partecipativo – ha aggiunto l’ingegnere – forti anche di un nuovo approccio per la gestione della vegetazione ripariale, frutto della collaborazione scientifica con le università toscane. I temi del contratto di fiume restano la mitigazione del rischio idraulico, la riduzione dell’inquinamento delle acque, la tutela della biodiversità, la valorizzazione dei paesaggi e delle bellezze naturali, la fruizione sportiva e culturale, l’educazione dei giovani, ai quali si è aggiunto un altro tema centrale: la gestione delle risorse idriche”.
Valeria Lingua, professoressa ordinaria di Urbanistica al dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze, è la referente del contratto di fiume per Cb6: con lei collaboreranno le ricercatrici Valeria Francioli e Elisa Caruso. “Il nostro Dipartimento ha seguito il percorso del contratto di fiume sin dall’inizio – ha ricordato – collaborare con gli enti sui territori, esplorando prospettive diverse e visioni per il futuro, è una missione delle Università. Lavoreremo partendo dal basso, provando a fare comunità, assieme al consorzio di bonifica e a tutti i Comuni e i cittadini, anche attraverso le associazioni e le scuole. Il tema è la rigenerazione fluviale per la comunità rivierasca. Ripartiremo dai progetti pilota e cercheremo di costruire una visione di area vasta. Lo faremo attraverso tre scenari: rischio e infrastrutture, qualità ambientale ed ecosistemica, fruibilità e sviluppo locale. Il piano d’azione prevede sei categorie: pianificazione strategica, studi e ricerche, interventi strutturali, azioni pilota, azioni non strutturali, azioni per il contratto di fiume”.
La prima riunione è servita a riprendere contatti e per un confronto tra i soggetti pubblici: i comuni hanno accolto con interesse il progetto. “Il contratto di fiume – ha ricordato Fabio Zappalorti, direttore generale del Consorzio di Bonifica 6 Toscana Sud – è uno strumento che ormai ha una vita ultradecennale, non sempre facile: molti percorsi sono iniziati, diversi si sono arenati, perché sono impegnativi. Il nostro ente è il soggetto che dal punto di vista strutturale può essere il più utile, perché ha un valore sovracomunale, coprendo tutto il corso d’acqua. Sentiamo questa responsabilità dal punto di vista organizzativo, nell’interesse delle comunità che ci ospitano. Dal punto di vista pratico, però – ha precisato – gli attori fondamentali sono i Comuni, che fanno le scelte strategiche e con i loro piani attuano il contratto di fiume. La sottoscrizione del contratto di fiume non è la fine, ma l’inizio del percorso, con il quale dare gambe alle scelte, che sono in mano ai sindaci. Sta cambiando radicalmente l’essenza del fiume e dobbiamo adeguarci a questo cambiamento”.
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