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MAREMMA

Il vescovo Bernardino in Giordania: "Probabilmente partiremo domenica, anche se speriamo di tornare prima"

La delegazione toscana, con i rappresentanti maremmani, è ad Amman per il rientro in Italia. Paura per i bombardamenti

Roberto Bata

13 Giugno 2025, 22:04

Il vescovo Bernardino in Israele: "Probabilmente partiremo domenica, anche se speriamo di tornare prima"

Il pellegrinaggio della delegazione toscana in Terra Santa

In Medio oriente è guerra tra Israele e Iran e la delegazione toscana in pellegrinaggio in Terra Santa attende di ripartire per tornare a casa. Tra loro che anche la delegazione maremmana, composta dal vescovo della diocesi di Grosseto-Roselle e Pitigliano-Sovana-Orbetello, Bernardino Giordano, accompagnato da altri sacerdoti e dal responsabile della comunicazione della diocesi, il giornalista Giacomo D’Onofrio

Le notizie arrivate nel pomeriggio di venerdì 13 giugno riportavano che la delegazione toscana – guidata dal cardinale Augusto Paolo Lojudice – era in Giordania dopo essere partita nella mattinata da Gerusalemme: dal Terra Santa College di Amman era previsto di partire già nella giornata di venerdì, ma evidentemente i tempi si sono allungati.

Il vescovo Bernardino, infatti, nella tarda serata di venerdì 13 giugno ha inviato un messaggio ad un parroco della diocesi di Pitigliano con cui domenica aveva un impegno per la celebrazione delle cresime: "Ci hanno bloccato ad Amman per il nostro rientro da Gerusalemme. Probabilmente partiremo domenica... Spero di tornare prima ma al momento siamo fermi".

Intanto su Toscana Oggi parla Fra Matteo Brena, Commissario di Terra Santa per la Toscana, che ha guidato il pellegrinaggio dei vescovi toscani e sta accompagnando la delegazione a Amman, per il rientro in Italia. “Situazione tranquilla – afferma –. Siamo custoditi dai frati che stanno accompagnando la delegazione nei vari spostamenti. Lasciare Gerusalemme in questo modo è stato doloroso, spiega, ma è anche un modo per comprendere la precarietà che vivono le persone che abitano questi territori. Un’esperienza intensa, che ci interroga, un bagno di realtà che ci chiede di prendere posizione per la pace e ci invita a chiedere alla comunità internazionale di intervenire quanto prima”. 

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