GROSSETO
Paola Berardino, prefetto di Grosseto
Nel suo discorso in occasione della Festa della Repubblica, al Palazzo del Governo in piazza Rosselli, il prefetto Paola Berardino – ormai da 4 anni in Maremma – ha voluto stilare un primo bilancio della sua esperienza sul territorio. E ha messo in primo piano le giovani generazioni, "i nostri ragazzi". Citando anche Lucio Corsi.
"I recenti fatti di cronaca, nazionali e locali – ha detto – ci raccontano di un disagio che serpeggia tra giovani e giovanissimi. È un malessere che si mescola e si sovrappone alle loro straordinarie qualità e alla grande generosità di cui sono capaci. Non è sempre facile interpretare i loro bisogni e le loro richieste e a volte la cortina dell’incomunicabilità è talmente spessa che, per genitori e insegnanti, diventa difficile anche soltanto parlarne. Neppure si può però nutrire l’idea che tutto possa essere risolto attraverso un’ottica esclusivamente securitaria. Viceversa, accanto ad interventi repressivi occorre rompere il muro delle solitudini e quello del silenzio. Andare incontro. Ascoltare. Offrire possibilità e modelli positivi di riferimento. Costruire occasioni di dialogo, di socialità, di crescita insieme. In tutto questo la scuola è decisiva. La scuola è per tutti e di tutti. Va pertanto continuata l’opera per rimuovere gli ostacoli, di natura economica, sociale e culturale, che impediscono ai giovani di frequentarla o di sfruttare pienamente le sue opportunità".
"L’abbandono scolastico, anche in questa provincia – ha proseguito – è una piaga ancora aperta, nonostante l’impegno e la dedizione di tanti insegnanti, a cui va il mio sentito ringraziamento. Dalla loro opera, spesso silenziosa e non conosciuta, dipende in gran parte il futuro della nostra Italia. Fondamentale anche il ruolo delle famiglie. I genitori devono essere sempre attenti a non trasferire le loro ansie di successo sui ragazzi. Devono vedere nei docenti non degli antagonisti, ma interlocutori che aiutano nella formazione, evitando di trasmettere ai ragazzi un senso di indifferenza o addirittura di superiorità rispetto alle regole. Senso che ne distruggerebbe il futuro. Non sempre il modello di riferimento deve essere quello di “voler essere un duro” come canta il successo di Lucio Corsi, maremmano d’eccezione. Insuccessi e fragilità sono fisiologici e qualche caduta e rimprovero può aiutare la crescita di ognuno di noi. I giovani sono la grande risorsa del nostro Paese".
grosseDopo i giovani, un riferimento anche al tema del lavoro: "Un tema che, in questo territorio, non può che portarmi ad esprimere la mia vicinanza agli oltre duecento lavoratori coinvolti nella crisi della società Venator, la multinazionale attiva nella produzione di biossido di titanio presso il polo industriale di Casone di Scarlino. Ringrazio tutte le istituzioni coinvolte, dal Governo alla Regione, dalla Provincia ai Comuni, dai sindacati alle associazioni di categoria, che con grande senso di responsabilità stanno conducendo all’unisono un percorso per garantire il rilancio produttivo di un sito così importante per il Paese e la piena tutela dei lavoratori coinvolti".
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