Salute e alimentazione
Le ciliegie
Le chiamano “frutti di stagione”, ma ogni anno le ciliegie sembrano sempre più un bene di lusso. Con l’arrivo della primavera, tornano puntuali anche loro: rosse, lucide, dolci. E sempre più care. Il prezzo delle ciliegie, da Nord a Sud, ha ormai superato ogni logica stagionale, raggiungendo in alcuni mercati italiani quotazioni fino a 14 euro al chilo.
Un paradosso che si ripete, anno dopo anno, tra ironia e indignazione. Sui social impazzano meme e battute – “le ciliegie si comprano a rate” o “con due etti ti regalano la fedina d’oro” – ma dietro il sorriso c’è un problema reale: perché un frutto tipico del territorio, dalla raccolta breve ma abbondante, è diventato così inaccessibile?
Secondo Coldiretti e le associazioni di categoria, i motivi sono molteplici: calo della produzione, danni da maltempo, aumento dei costi energetici e di trasporto, e un mercato sempre più influenzato dalla grande distribuzione. Le piogge intense e le gelate fuori stagione danneggiano le fioriture, riducendo drasticamente la quantità disponibile già a primavera. Meno prodotto, più richiesta: il risultato è sotto gli occhi — e nei portafogli — di tutti.
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Ma c’è di più. Il costo del lavoro agricolo, spesso mal retribuito, si scontra con una filiera lunga e disarticolata: tra chi coltiva e chi vende, il prezzo può triplicare. E il consumatore finale si ritrova a fare i conti con frutta che costa quanto una buona bottiglia di vino.
Il rincaro non è solo una questione economica, ma anche etica. Se la frutta fresca diventa inaccessibile, cresce il divario tra chi può permettersi una dieta sana e stagionale e chi è costretto a rinunciare. Una contraddizione bruciante in un Paese come l’Italia, culla della dieta mediterranea e grande produttore agricolo.
Per molti, le ciliegie sono il simbolo dell’estate che arriva, delle sagre nei borghi, dei cestini preparati in fretta al mercato. Ma oggi, più che una gioia, rappresentano un indicatore spia di quanto la filiera alimentare italiana sia fragile e sempre più influenzata da fattori esterni, cambiamenti climatici e logiche commerciali.
E mentre si rincorrono le lamentele sul costo proibitivo di un chilo di ciliegie, una domanda rimane sospesa nell’aria: riusciremo ancora a considerarle “frutta di tutti”, o resteranno soltanto il lusso di pochi?
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