GROSSETO
L'armonica potrebbe costare cara a Lucio Corsi, il rappresentante italiano all'Eurovision Song Contest in partenza mercoledì 13 maggio da Basilea. Il cantautore maremmano, infatti, ha annunciato più volte ufficialmente – anche da Fabio Fazio a "Che tempo che fa" – l'intenzione di esibirsi in finale con la sua "Volevo essere un duro" suonando l'armonica a bocca, proprio come al Festival di Sanremo.
Il regolamento della competizione, però, vieta espressamente che si suonino strumenti sul palco. E questo vale dal 1999, quando cioè è stata abolita l'orchestra e i cantanti si esibiscono dal vivo ma su basi pre-registrate. Le regole dell'Eurovision Song Contest, infatti, sono chiare in proposito: oltre a vietare strumenti di correzione vocale (come l'autotune e simili), recitano che "non è permesso collegare strumenti musicali da suonare dal vivo sul palco. L’emittente organizzatrice e il Supervisore Esecutivo dell’ESC devono verificare il rispetto di questa regola".
Insomma, non è vietato portare strumenti musicali sul palco come elementi di scena ma è vietato collegarli all'impianto di amplificazione. Il suono dell'armonica di Lucio Corsi entrerebbe direttamente nel microfono del cantautore insieme con la sua voce. È da vedere se questa circostanza verrebbe considerata o meno come amplificazione dello strumento.
Dunque, se il cantautore maremmano – come sembra – resterà intenzionato a "tenere duro" sull'intenzione di portare con sé l'armonica a bocca sul palco dell'Eurovision Song Contest, si potrebbe esporrebbe a contestazioni da parte della giuria, fino all'eventuale rischio squalifica. Una possibilità che i fan italiani non vogliono neppure prendere in considerazione.
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