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Duemila metalmeccanici maremmani pronti a 8 ore di sciopero per il rinnovo del contratto: "Troppo sfruttamento"

Roberto Bata

13 Aprile 2025, 13:16

Duemila metalmeccanici maremmani pronti a 8 ore di sciopero per il rinnovo del contratto: "Troppo sfruttamento"

Uno sciopero di 8 ore in quattro giorni lavorativi, tra il 18 e il 30 aprile, per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici (2021-2024), scaduto il 30 giugno dello scorso anno. Un comparto che riguarda almeno duemila addetti in provincia di Grosseto. A promuovere la mobilitazione è la Fiom-Cgil con Fim-Cisl e Uilm-Uil. La mobilitazione è prevista nelle giornate di venerdì 18 aprile 2025 (ultime 2 ore di ogni turno), mercoledì 24 aprile 2025 (ultime 2 ore), lunedì 28 aprile 2025 (prime 2 ore) e martedì 30 aprile 2025 (ultime 2 ore).

«Le associazioni datoriali – spiega Gianni Bracciali, Fiom – stanno avendo un atteggiamento di totale chiusura, nonostante veniamo da tre anni in cui chi lavora ha perso potere d’acquisto in modo impressionante a causa di un’inflazione cresciuta del 17%. Federmeccanica, Assistal, Unionmeccanica–Confapi, infatti, rifiutano di aprire un confronto per il rinnovo del contratto nazionale: è come se non vedessero i dazi, la crisi che i lavoratori stanno pagando, né gli scioperi. Non stanno ascoltando i sindacati e i lavoratori all'interno delle proprie fabbriche, assumendo un comportamento antidemocratico. Ecco perché siamo costretti a mobilitarci: a fare almeno altre otto ore di sciopero nel mese di aprile, bloccando le flessibilità, gli straordinari e sospendendo ogni confronto che non riguardi la tutela dell’occupazione».

Pur non essendo una realtà a forte vocazione industriale, in provincia di Grosseto sono almeno 2000 gli addetti che lavorano nel settore metalmeccanico. «Anche nelle nostre realtà produttive – aggiunge Bracciali – i flussi di lavoro sono sotto pressione: troppa flessibilità, troppo sfruttamento. La situazione nelle fabbriche grossetane fotografa una realtà spesso invisibile: turni discontinui, richieste di straordinari sistematici e uso distorto della flessibilità. Ci sono aziende in cui il sabato e la domenica sono diventati giorni ordinari di lavoro, senza un reale confronto con le rappresentanze sindacali, e con carichi sempre più difficili da sostenere. A Grosseto c’è anche un'azienda che ha bloccato la possibilità di prendere i permessi anche solo di qualche ora».

Le richieste del sindacato per il rinnovo del contratto sono 280 euro lordi di aumento sui minimi contrattuali, la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario e tutele concrete contro precarietà e appalti al ribasso.

«Si parla tanto di conciliazione tra vita e lavoro – spiega ancora il sindacalista – ma in troppe realtà la vita dei lavoratori è completamente assorbita dalla produzione. La flessibilità è diventata una persecuzione, non una scelta condivisa. Lo straordinario non è più un’eccezione, come in un’azienda di Follonica dove è diventato la norma. Il sindacato non chiede la luna, semplicemente che il lavoro sia rispettato. Qui a Grosseto, infatti, ci sono aziende dove i lavoratori sono da anni senza rinnovi integrativi, con retribuzioni ferme. Lo sciopero è un segnale forte: serve dignità, non solo numeri nei bilanci aziendali. La crisi generale, inoltre, non può essere un alibi per bloccare i contratti, tanto più che i metalmeccanici stanno garantendo tenuta e continuità a tanti comparti. Per cui giusto venga riconosciuto un aumento equo dei salari, il diritto al tempo di vita, la sicurezza e il rispetto nelle relazioni industriali».

Durante le giornate di sciopero sono previste iniziative davanti ai cancelli delle fabbriche, volantinaggi e la sensibilizzazione delle istituzioni locali. «Invitiamo anche le amministrazioni pubbliche a esprimersi con ordini del giorno a sostegno della vertenza. Perché difendere il contratto nazionale vuol dire difendere il tessuto industriale e sociale di questo territorio». 

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