GROSSETO
Valentina Culicchi
La malnutrizione comporta criticità nel superare la malattia a circa il 20% delle persone con patologie oncologiche. Per questo l'unità Nutrizione clinica dell’area sud della Asl Toscana sud est ha adottato nuove tecniche per trattare precocemente questo problema nel paziente e migliorarne la qualità di vita e l'efficacia delle cure.
«La sola rilevazione del peso – dichiara Valentina Culicchi, direttrice dell'Uosd Nutrizione clinica Area sud del presidio ospedaliero Misericordia di Grosseto – non è sufficiente per valutare lo stato nutrizionale. Esiste un esame semplice, rapido, non invasivo e poco costoso per determinare la composizione corporea. Questo esame è la bioimpedenziometria (Bia)».
L’esame consiste nell’applicazione di due elettrodi alla mano e al piede del soggetto; l’apparecchio rileva i valori di resistenza e reattanza che vengono poi elaborati da uno specifico software.
«Questo tipo di analisi – spiega la dottoressa Culicchi – è fondamentale per ottimizzare l'approccio nutrizionale durante il percorso terapeutico del paziente oncologico, supportando la gestione di effetti collaterali legati ai trattamenti e prevenendo la perdita di massa muscolare (sarcopenia), che può compromettere la qualità della vita e l'efficacia dei trattamenti».
La Bia consente la valutazione dell’equilibrio idro-elettrolitico e del metabolismo proteico nel paziente sottoposto a nutrizione artificiale, del paziente acuto e post-acuto, intensivo e in generale del paziente critico dal punto di vista idro-elettrolitico e nutrizionale. Questa tecnica fornisce informazioni cruciali per personalizzare il piano nutrizionale e terapeutico. Il monitoraggio consente agli specialisti di individuare precocemente segni di malnutrizione o squilibri nutrizionali, adattando tempestivamente le strategie di intervento.
L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) definisce la malnutrizione come una carenza o un eccesso nell’assunzione nutrienti, uno squilibrio di nutrienti essenziali o un loro alterato utilizzo. Forme diverse di malnutrizione sono riconducibili a più cause, inclusi i tumori e altre patologie. Il rischio di malnutrizione è molto alto nei pazienti oncologici: si stima che il 30% delle persone in questione sia malnutrito già alla diagnosi. Grazie a questa tecnica è possibile intervenire per evitare il prolungamento della permanenza in ospedale dopo gli interventi chirurgici, l’aumento delle complicanze postoperatorie, l’incremento del rischio di sviluppare tossicità durante i trattamenti oncologici attivi e della conseguente necessità di interromperli o ridurne l’intensità con potenziale riduzione dei tassi di risposta. Infine è possibile ridurre la mortalità ed il peggioramento dello stato funzionale e della qualità di vita.
«La bioimpedenziometria – conclude Valentina Culicchi – può essere effettuata contestualmente alle visite e ai controlli di nutrizione clinica al servizio di Nutrizione clinica dell’ospedale Misericordia di Grosseto, dove da anni esistono agende ad uso esclusivo per il paziente oncologico. Numerosi studi hanno indagato la relazione tra l'angolo di fase, misurato tramite Bia, e la prognosi nei pazienti oncologici».
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