Grosseto
"La recente predazione rappresenta un attacco grave e significativo, e siamo accanto agli allevatori e alle aziende colpite da tali aggressioni, che hanno ripercussioni non solo economiche ma anche psicologiche, rendendo sempre più arduo portare avanti le attività a causa del prezzo del latte e delle condizioni internazionali, come i dazi imposti dagli Stati Uniti sui prodotti del Made in Italy, che avranno risonanze anche sul settore caseario. Abbiamo dialogato con l'allevatore coinvolto in questo tristemente noto episodio e siamo pronti a realizzare ulteriori recinzioni e ad approntare tutte le misure necessarie per evitare futuri attacchi", afferma Simone Rusci, presidente del Parco naturale della Maremma, commentando la recente notizia dell'attacco che ha causato la morte di 27 pecore in un'azienda maremmana.
"All'interno del Parco – prosegue Rusci – sono state installate delle recinzioni e abbiamo implementato sistemi di supporto e monitoraggio, anche per le imprese che hanno aderito al progetto Difesattiva e che impiegano cani da guardiania; inoltre, stiamo lavorando a progetti per aumentare la conoscenza del numero e del comportamento dei lupi presenti sul territorio. Queste azioni sono fondamentali, non solo per il loro valore scientifico, ma anche per mettere a punto sistemi di difesa più adeguati e incisivi possibile per la protezione delle aziende di allevamento. L'incremento della popolazione del lupo ci impone riflessioni non tanto per le aree protette come il Parco, dove su 9mila ettari più di 7mila sono dedicati completamente alla natura, rendendo i conflitti tra lupi e attività umane meno pronunciati, ma è necessaria per le zone dove ci sono attività economiche e umane, e dove i comportamenti ‘confidenti’ dei lupi ci obbligano a riflettere per trovare soluzioni concrete. È essenziale che nella pianificazione di nuovi metodi di gestione della presenza dei lupi, le decisioni non siano prese sull'onda di episodi come questo, in cui si intrecciano, oltre al danno economico, anche fattori emotivi, poiché si tratta di programmi complessi che richiedono un quadro conoscitivo e operativo serio e ben strutturato. Non bisogna agire come sceriffi né promuovere rappresaglie, ma piuttosto utilizzare strumenti di gestione attuati in modo integrato con il supporto delle autorità scientifiche e venatorie. Ovviamente, il Parco della Maremma è pronto a mettere a disposizione della comunità scientifica i dati raccolti e le conoscenze acquisite e a sostenere il dibattito necessario per sviluppare nuove strategie di gestione del problema."
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