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Grosseto

Dazi USA al 20%: una tempesta perfetta per l'agroalimentare di Grosseto

Redazione Web

04 Aprile 2025, 10:29

Dazi USA al 20%: una tempesta perfetta per l'agroalimentare di Grosseto

L’introduzione dei dazi del 20% sui prodotti europei da parte degli Stati Uniti rappresenta una grave minaccia per il settore agroalimentare italiano, colpendo in modo significativo la provincia di Grosseto. Si profila un rischio concreto: le eccellenze locali, veri e propri pilastri dell’economia territoriale, potrebbero subire un colpo devastante, con conseguenze difficilmente quantificabili.

"Una tempesta perfetta", così ha definito la situazione Claudio Capecchi, presidente di Cia Grosseto. Egli ha evidenziato come il comparto agricolo stia già affrontando sfide sempre più complesse: dai cambiamenti climatici, all’aumento dei costi di produzione e alla pressione della fauna selvatica, fino ai problemi strutturali nelle aree interne. Ora, la politica protezionistica statunitense potrebbe rappresentare un ulteriore ostacolo, indebolendo ulteriormente un settore fondamentale per l'economia locale. Nell’economia maremmana, i prodotti maggiormente a rischio sono alcuni simboli del Made in Italy: dall’olio extravergine d’oliva al pecorino DOP, passando per il grano e il vino, solo per citare alcune delle eccellenze locali.

L’olio extravergine d’oliva, che costituisce una parte significativa delle esportazioni agroalimentari grossetane verso gli Stati Uniti, è un prodotto di eccellenza, apprezzato per la sua qualità, genuinità e benefici per la salute. Tuttavia, l’imposizione dei dazi comprometterebbe gravemente la sua competitività sul mercato statunitense. Anche il pecorino DOP, fiore all’occhiello della tradizione casearia maremmana, rischia un contraccolpo pesante, mettendo in crisi un'intera filiera già provata da altre difficoltà economiche. Per comprendere la gravità del problema, bastano alcuni dati: il 71% dell’export agroalimentare della provincia di Grosseto è destinato agli Stati Uniti, per un valore superiore ai 236 milioni di euro. Questi numeri rendono evidente la vulnerabilità del territorio alle conseguenze della politica dei dazi e giustificano l'intensa preoccupazione del settore.

"Viviamo un triste primato", aggiunge Capecchi, sottolineando come il mercato statunitense sia cruciale non solo per i produttori, ma per l'intero sistema economico e sociale della provincia, che potrebbe subire ripercussioni a lungo termine. Piena sintonia, dunque, con la posizione espressa a livello nazionale da Cristiano Fini, presidente di Cia-Agricoltori Italiani, che lancia un appello per un'azione diplomatica forte e coesa da parte dell’Unione Europea. "Serve subito una risposta ferma e immediata dell’UE per aprire una trattativa e scongiurare una guerra commerciale con un’escalation devastante in cui perderebbero tutti", afferma Fini. "La politica dei dazi è sbagliata e controproducente", ribadisce il leader, sottolineando l’urgenza di un’azione unitaria dell’Europa, con un approccio non sottomesso. È necessaria un’azione diplomatica rapida, vigorosa e decisa. Occorre, in sostanza, recuperare il sogno europeo di coesione che aveva ispirato i padri fondatori e che si è progressivamente sgretolato, con gli Stati membri sempre più focalizzati su posizioni e interessi nazionalistici. È indispensabile ritrovare un approccio condiviso e mirato per reagire alle forzature dell'amministrazione Trump. Al contempo, sottolinea il presidente di Cia, "è necessario ridefinire le politiche di globalizzazione, che evidentemente stanno mostrando tutte le loro crepe, anche attraverso il ruolo del WTO."

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