Costa d'Argento
La partecipazione degli abitanti di Orbetello all'iniziativa dedicata alla sanità territoriale nell'area sud della provincia ha superato ogni più rosea aspettativa. L'evento, organizzato giovedì scorso dallo Spi Cgil presso i locali della bocciofila situata all'interno del "Parco delle crociere", ha visto la partecipazione di oltre 100 persone. "
È la dimostrazione concreta del fatto che quando si organizzano iniziative su temi concreti, le persone rispondono in massa" - ha commentato Erio Giovannelli, segretario provinciale dello Spi. Nella sua articolata relazione introduttiva, Giovannelli ha evidenziato diverse priorità, a partire dalla "necessità di mobilitarsi per votare sì ai quattro referendum abrogativi proposti dalla Cgil, che saranno sottoposti al voto nella prossima primavera. È fondamentale, anche nell'ottica di tutela del Servizio Sanitario Nazionale, contrastare le politiche che negli ultimi anni hanno indebolito il mondo del lavoro: abbattendo gli stipendi, precarizzando il lavoro, promuovendo la logica dei subappalti ed esponendo i lavoratori al rischio dei licenziamenti facili".
In merito alla sanità territoriale, il segretario ha richiesto di "intervenire sulla continuità assistenziale nel percorso ospedale-territorio, incrementando il numero di posti letto nelle RSA pubbliche mantenendo le rette accessibili, e dotare di personale e attrezzature adeguate le case di comunità Hub (h24 e 7/7) e Spoke (h12). Obiettivi per i quali è necessario che il governo adotti una nuova strategia di finanziamento della sanità pubblica, attualmente gravemente sottofinanziata". Sul tema delle risorse necessarie per garantire ai cittadini servizi sanitari efficienti ed efficaci, la segretaria generale della Cgil, Monica Pagni, ha sottolineato la necessità "di operare una scelta di campo rispetto al sistema fiscale per finanziare in modo adeguato il fondo sanitario nazionale e di abbandonare i privilegi fiscali garantiti esclusivamente ad alcune categorie di contribuenti, continuando a penalizzare il lavoro dipendente".
Con riferimento al ruolo di CoeSo-Sds, Pagni ha dichiarato alla "Regione Toscana che, per quanto riguarda i servizi territoriali, non si possono applicare regole rigide, concepite per le aree urbane, a territori profondamente diversi tra loro. In provincia di Grosseto non siamo 'sciagurati', ma abbiamo caratteristiche diverse dall'area Fiorentina. Pertanto, nell'organizzazione dei servizi sul territorio, è necessario ascoltare le comunità locali e garantire maggiore flessibilità, anziché un'organizzazione rigida e inamovibile". Enrico Sostegni, presidente della Commissione sanità e welfare del Consiglio regionale, ha invitato la Cgil a lottare per la "riduzione della defiscalizzazione delle assicurazioni private, poiché sottrae risorse al finanziamento del sistema sanitario nazionale. Inoltre, le polizze assicurative non possono essere sottoscritte oltre una certa età, e tanto meno quando si è malati. Lo stesso principio si applica al grande tema della non autosufficienza, che non può lasciare sole le famiglie. Anche se la legge è stata approvata, manca ancora il finanziamento necessario, costringendo a trovare soluzioni come è avvenuto per gli asili nido".
La dottoressa Roberta Caldesi, direttrice del Distretto "Colline dell'Albegna", ha affermato che "per alcune case di comunità è già tutto predisposto per l'avvio. Queste strutture diventeranno un punto di riferimento per i medici di medicina generale e per i cittadini, riducendo così la pressione sui pronti soccorsi". Nicola Draoli, dirigente infermieristico nel Distretto delle colline dell'Albegna, ha posto l'accento sull'importanza crescente del "ruolo dell'infermiere di comunità nella gestione dell'assistenza territoriale. È essenziale reperire personale adeguato alle esigenze di salute espresse dalle comunità locali, tenendo conto che nel nostro distretto sono presenti piccoli centri sparsi su una vasta area".
Il dottor Massimo Forti, responsabile del presidio ospedaliero delle colline dell'Albegna, ha rassicurato che "i piccoli ospedali non hanno nulla da temere, poiché l'azienda non ha intenzione di sostituire le strutture ospedaliere con le Case di comunità, che costituiranno piuttosto punti di accesso complementari per alcune tipologie di servizi". Infine, il dottor Paolo Maria Ianni, direttore dell'Ufsmia, ha riconosciuto che "esiste una disomogeneità nelle strutture residenziali per le persone disabili e psichiatriche e che a volte la diagnosi dei problemi psichiatrici è molto complessa. Ci si augura che le nuove strutture possano migliorare anche gli standard diagnostici, oltre a potenziare la presa in carico di pazienti che altrimenti diventerebbero ancora più vulnerabili".
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