GROSSETO
A Grosseto è in aumento il numero di persone che si ritrovano in una situazione di bisogno. Lo dicono i numeri: la mensa della Caritas distribuisce tra i 60 e i 70 pasti al giorno, mentre per strada vengono servite in media 40-45 cene. E il popolo dei senza fissa dimora cresce sempre più.
Ecco allora, nell'ambito del progetto "Abitare la notte", l'iniziativa "La notte della salute" della Caritas diocesana con Cisom (Corpo italiano di soccorso dell'ordine di Malta), Misericordia di Grosseto, Associazione Isaia e Associazione Ceis per offrire screening sanitari gratuiti a chi ha la strada come casa ed è spesso "invisibile" alla società, per garantire il diritto alla salute oltre al tradizionale supporto alimentare. L'ultima "uscita" risale alla serata e alla notte tra lunedì 23 e martedì 24 giugno. Per l'occasione la Misericordia ha preparato 200 kit per gli screening medici, tutti a disposizione gratuitamente.
"È necessario raggiungere i senzatetto per fornire loro cure sanitarie – dichiara don Claudio Bianchi, coordinatore del progetto "La Notte della Salute" – dato che spesso non riescono ad accedere ai servizi. Gli infermieri del Cisom, della Misericordia e della Caritas, forti di anni di esperienza e di un rapporto di fiducia consolidato con molti senzatetto, riescono ad avvicinarsi a loro per sottoporli a screening di base e prendere appuntamenti con strutture sanitarie quando necessario".
"Questa iniziativa – spiega don Enzo Capitani, direttore della Caritas Diocesana di Grosseto – si inserisce nel progetto "Abitare la notte", che già prevede la distribuzione di pasti. La novità principale è l'aggiunta di controlli sanitari come pressione, colesterolo, glicemia e ossigenazione del sangue, grazie alla collaborazione tra diverse associazioni. Questo servizio mira a colmare le lacune per chi non sa dove rivolgersi o sottovaluta l'importanza della propria salute".
"I senza fissa dimora – dichiara Federico Lazzerini, capogruppo Cisom – sono persone vulnerabili e spesso diventano invisibili. L'iniziativa vuole proprio evitare che queste persone scompaiano dal tessuto sociale, offrendo un aiuto concreto per non farli sentire soli e abbandonati. L'evento non è isolato, ma segna l'inizio di un'attenzione sanitaria continuativa che si ripeterà nel tempo, non solo con serate "spot" ma con un seguito quotidiano e più mirato".
(Fotoservizio di Andrea Burgio)
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