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Tennis

Jannik Sinner, negli ultimi due anni più tornei vinti che sconfitte. L'incredibile serie di record del campione

E' il più giovane giocatore della storia ad arrivare in finale in tutti gli eventi del Grande Slam e a vincere le ATP Finals

Giovanni Ramiri

01 Dicembre 2025, 08:42

Jannik Sinner, negli ultimi due anni più tornei vinti che sconfitte. L'incredibile serie di record del campione

Jannik Sinner: che musica, maestro

Jannik Sinner è il primo giocatore della storia a vincere due volte le Finals senza perdere set”. Inizia così, durante una recente puntata di Open Talks su Facebook, una disamina dell’incredibile serie di record collezionati dal campione italiano.

“Quello nelle Finals è il sesto titolo del 2025 e il 24º in carriera, secondo giocatore in attività, eguagliato anche Carlos Alcaraz. E di questi 24 è il 21esimo su cemento. Inoltre è il quinto giocatore della storia a vincere 31 partite di fila indoor e il terzo giocatore della storia ad arrivare in finale in tutti gli eventi del Grande Slam e a vincere le ATP Finals, dopo due nomi storici come Roger Federer e Novak Djokovic. Ma non è finita, perché a farlo è il più giovane della storia”.

Sinner con Alcaraz

“Inoltre, chicca per chiudere, negli ultimi due anni Jannik Sinner ha più titoli che sconfitte”.

Chi segue il tennis da vicino lo sa: negli ultimi due anni Jannik Sinner non ha solo vinto tornei, ha cambiato la geografia di questo sport. Tra il 2024 e il 2025 il ragazzo di San Candido è passato dall’essere un talento precoce ad affermarsi come una certezza mondiale, un punto fermo del circuito, un nome che non si limita più a stupire ma che pretende — e ottiene — le vittorie più pesanti.

Il 2024 è stato l’anno della consacrazione. A Melbourne, all’Australian Open, Sinner ha compiuto quel salto che ogni campione prima o poi deve affrontare: trasformare l’occasione in storia. È stata una vittoria che ha avuto il peso delle prime volte, dei confini abbattuti, dei dubbi dissipati. In quella finale ha dimostrato maturità tecnica e resistenza nervosa, due carte che da quel momento ha iniziato a giocare con una naturalezza impressionante. Da lì in avanti, la sua stagione è stata un crescendo continuo. Ha continuato a vincere, a convincere, a salire, fino a prendersi una posizione mai vista prima da un italiano nel ranking mondiale.

Sinner con la Coppa degli Australian 2024

Se il 2024 è stato l’anno della rivelazione definitiva, il 2025 è stato quello della conferma. E forse è questo il passaggio più difficile nello sport: restare, non solo arrivare. Sinner ci è riuscito alla maniera dei grandi, senza tentennamenti, senza regressioni. La vittoria a Wimbledon — un traguardo che per un italiano suonava quasi come fantascienza — è stata l’immagine più potente di questa crescita. Lì, sull’erba più prestigiosa del mondo, ha mostrato un gioco solido, intelligente, aggressivo, maturo. Non una fiammata, ma una prova di forza.

La vittoria a Wimbledon

E non si è fermato lì. Nel corso della stagione ha continuato a imporsi anche sui campi veloci, portando a casa titoli pesanti che hanno certificato la sua dimensione globale. Il ritorno al numero uno del mondo non è stato frutto di un exploit isolato, ma della continuità di rendimento, della capacità di adattarsi alle superfici, alle situazioni, agli avversari. Il sigillo finale è arrivato a Torino, alle ATP Finals, dove ha mostrato una gestione emotiva e tattica da giocatore compiuto. Vincere in casa, con tutta la pressione sulle spalle, non è cosa scontata: lui l’ha fatta sembrare quasi semplice.

Guardando oggi questi ultimi due anni, ciò che colpisce più dei trofei è la traiettoria. La velocità della crescita, sì, ma anche la solidità. Sinner ha costruito una carriera con metodo, senza strappi, senza scorciatoie. Ha inserito pezzi, uno dopo l’altro, e ora il suo tennis ha una completezza che pochi possono vantare. Non è solo un vincitore, è un giocatore che vince perché sa come farlo, perché ha imparato ad affrontare le partite importanti quando contano davvero.

Sinner mania tra i tifosi

L’Italia del tennis, per anni spettatrice, oggi siede al tavolo dei protagonisti. E lo deve a lui. Non è retorica, ma constatazione: in Sinner c’è qualcosa di nuovo, di diverso, di storico. Non sta solo vivendo un grande momento — sta costruendo un’era. E l’impressione è che siamo solo all’inizio.

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