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Grosseto

Grosseto, Codice Rosa: un aiuto concreto per oltre 500 persone, adulti e minori, vittime di violenza

Redazione Web

24 Novembre 2024, 10:58

Grosseto, Codice Rosa: un aiuto concreto per oltre 500 persone, adulti e minori, vittime di violenza

Vittoria Doretti

I numeri parlano chiaro e fanno riflettere. Un aiuto concreto per oltre 500 persone, adulti e minori, vittime di violenza. Nel corso del 2023 sono stati 557 i casi presi in carico dal Codice rosa nelle strutture della Asl Toscana sud est. Il bilancio del percorso di accesso al Pronto Soccorso dedicato a tutte le vittime di violenza (in particolare donne, bambini e persone discriminate) fa emergere un quadro a tinte scure. Nell’Area Grossetana sono stati 254 i casi gestiti dal Codice rosa, 150 nell’Area Aretina e 153 nell’Area Senese. 

Qualche informazione in più, zona per zona.

Area Grosseto Nel dettaglio, nel 2023, ci sono state 190 segnalazioni per maltrattamenti e 13 di abusi che hanno riguardato gli adulti. Sono state invece 51 le segnalazioni che hanno riguardato i minuti: 48 per maltrattamenti e 3 per abusi.

Area Aretina Nel novero di 150 segnalazioni complessive del 2023 nella provincia di Arezzo, 127 maltrattamenti e 2 abusi hanno coinvolto adulti, mentre 21 sono state le segnalazioni per maltrattamento di minori.

Area Senese Nel corso del 2023, in provincia di Siena sono state 119 le segnalazioni per maltrattamento e 6 abusi che hanno coinvolto persone adulte. Per quanto riguarda i minori sono invece arrivate 26 segnalazioni di maltrattamenti e 2 abusi.

“Sono numeri che evidenziano l’importanza della rete del Codice rosa, che offre un aiuto concreto a chi si trova di fronte a violenza, maltrattanti e abusi - sottolinea Vittoria Doretti, direttrice UOC Etica della Saluta e DE&I Manager dell’Azienda, nonché responsabile Rete regionale Codice rosa -. Va anche evidenziato che non riusciamo a intercettare tutti i fenomeni, rimane purtroppo una parte di sommerso importante. Su questo punto dobbiamo concentrare il nostro impegno. Va anche ringraziato il lavoro di operatrici ed operatori per la totale dedizione sul campo e per l’attiva partecipazione alla formazione. È sulla formazione che dobbiamo puntare in modo deciso, riconoscere segni e sintomi che possono far pensare ad una violenza non soltanto fisica come ferite, ematomi, fratture, ma anche psicologica fa davvero la differenza”, conclude.

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