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Grosseto, ragazzo bullizzato davanti a scuola, Rossi: "Fatto gravissimo che ha scosso l'intera comunità"

Redazione Web

08 Ottobre 2024, 10:31

Grosseto, ragazzo bullizzato davanti a scuola, Rossi: "Fatto gravissimo che ha scosso l'intera comunità"

L'episodio di bullismo che nella mattina di sabato 5 ottobre è avvenuto alla Cittadella dello studente nei pressi di un Istituto superiore, ha scosso l'intera città. Come riportato da Il Tirreno, il fatto sarebbe accorso nei confronti di un ragazzo disabile minorenne che è stato preso di mira da un "bullo" più grande di lui (maggiorenne) e che lo avrebbe filmato, insultandolo, per poi postare il video su Instagram. I genitori del ragazzo minorenne hanno salvato il video e sporto denuncia ai carabinieri.

In merito a questo fatto increscioso è intervenuto il deputato grossetano Fabrizio Rossi, capogruppo di fratelli d'Italia in Commissione bicamerale infanzia e adolescenza: "L'episodio di bullismo accaduto a Grosseto, che ha visto come vittima un ragazzo disabile e come artefice un suo coetaneo poco più che maggiorenne, è un fatto gravissimo che ha scosso l'intera comunità. E’ un fatto particolarmente allarmante che deve far riflettere tutti noi. Filmare e poi postare sui social con un telefonino un giovane sedicenne, per di più affetto da disabilità, e per questo ancora più fragile e indifeso, mentre viene ripetutamente ridicolizzato, umiliato e bullizzato è un atto vergognoso che va condannato senza se e senza ma”.

“Le statistiche più recenti pubblicate dalle Nazioni Unite, come riportano fonti Unicef, - commenta Rossi - ci segnalano che nel mondo almeno uno studente su tre, in età tra i 13 e i 15 anni, ha vissuto esperienze di bullismo o cyberbullismo. I ragazzi e le ragazze presi di mira, invece secondo uno studio dell’Osservatorio Indifesa, pubblicato sul Sole24ore, subiscono violenze psicologiche e verbali, soprattutto per l’aspetto fisico (79%), per l’orientamento sessuale (15%), la condizione economica (11%), l’origine etnica e geografica (10.5%), l’identità di genere (9%), la disabilità (5%), come è accaduto a Grosseto, e per la religione (4%). Poi, alla domanda di qual è il luogo dove si rischia di essere vittima di violenza, i ragazzi intervistati hanno messo al primo posto, proprio la scuola. Infatti, il 66% degli intervistati, indica quest’ultima come il luogo dove sentirsi meno al sicuro da atti di violenza, mentre il web, viene indicato dal 39% delle risposte. Percentuali, quest’ultime, che devono far riflettere tutti noi.  Eventi come quello accaduto lo scorso fine settimana davanti a una scuola grossetana minano sempre più la percezione di sicurezza, e nel contempo compromettono l’integrazione sociale, creando un clima di intolleranza che non più accettabile. Pertanto occorre da parte di tutti, Istituzioni comprese, investire nell’educazione al rispetto verso il prossimo, partendo dalla scuola, attuando programmi specifici nella prevenzione al bullismo, con il coinvolgimento di insegnanti, studenti, famiglie e associazioni, così da affrontare la problematica del bullismo in modo efficace”.

“Affrontare la tematica che ruota attorno al bullismo, richiede un impegno collettivo. - conclude Rossi - Ognuno di noi può e deve fare la propria parte, denunciando gli episodi di bullismo quando accadono, e nel contempo sostenere le vittime, promuovendo la cultura del rispetto. L'episodio accaduto nella nostra città, riporta ancora una volta alla ribalta delle cronache questo fenomeno. Il bullismo è un problema serio e complesso, che richiede una risposta coordinata e multidisciplinare. Investire nella prevenzione e nel sostegno alle vittime è fondamentale per creare una società più giusta e inclusiva. Le persone diversamente abili si aiutano non si bullizzano”.

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