grosseto
Nuove tecnologie e opportunità di mercato: Cia Grosseto informa gli associati sulle novità dell'agrivoltaico. In particolare si parla di riuscire a individuare le soluzioni migliori per le aziende. Nello specifico la proposta dell'associazione di categoria garantisce, nell'installazione dell'impianto, la produzione agricola, l'ombreggiamento e il ricovero per il bestiame, prevedendo anche la presenza di abbeveratoi e apposite recinzioni che consentono di far pascolare gli animali in libertà ma anche in sicurezza. Una soluzione che va incontro al modello di benessere animale sempre più sentito dagli allevatori e richiesto dalle direttive europee.
Claudio Capecchi ed Enrico Rabazzi, rispettivamente presidente e direttore di Cia Grosseto, affermano che ogni azienda rappresenta un caso unico e che le proposte devono essere adattate alle specifiche realtà, prestando particolare attenzione agli aspetti giuridici ed economici, tuttavia questa soluzione potrebbe chiude il cerchio di una buona gestione dell'allevamento e, allo stesso tempo, garantirebbe un possibile ritorno economico per l'imprenditore attraverso la produzione di energia da immettere in rete.
“Siamo consapevoli che questa soluzione non rappresenta la panacea per tutte le problematiche che affliggono il mondo della zootecnia e della pastorizia - puntualizzano i dirigenti - ma è nostro compito essere aperti a ogni opportunità che, nel rispetto dei canoni dell'agricoltura e della sostenibilità, possa offrire un aiuto concreto alle aziende per garantire la sopravvivenza. È importante sottolineare che l'introduzione di una soluzione come quella appena descritta non deve essere però un boomerang per gli agricoltori. Le aziende di trasformazione e commercializzazione, che lavorano i prodotti degli allevatori, saranno sempre chiamate a rispettare il duro lavoro di questi ultimi e a non utilizzare le nuove entrate, derivanti dall'energia, come pretesto per abbassare i prezzi di latte e carne. Noi vigileremo proprio su questo. Come Cia Grosseto vogliamo illustrare ai nostri associati ogni vantaggio che arriva dal mercato, cerchiamo di evidenziare le criticità di attività potenzialmente dannose per il loro futuro e, al contempo, lavoriamo per agevolare ogni percorso che, nel rispetto della sostenibilità e della biodiversità, possa garantire nuove opportunità. La proposta in esame - concludono Capecchi e Rabazzi - sembra andare proprio in questa direzione offrendo alle aziende, in particolare a quelle delle zone interne e marginali, una possibile integrazione del reddito senza compromettere l'attività primaria.”
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