Maremma
Un momento della live di Dario Moccia e Lucio Corsi
Lucio Corsi è un cantautore capace di narrare mondi sospesi tra realtà e immaginazione, tra il frinire delle cicale e il tumulto metropolitano. Questo e molto altro è emerso nel corso dell’intervista con lo streamer Dario Moccia, durante la quale Corsi ha svelato il suo universo artistico, composto da suoni, immagini e racconti che sfuggono alle convenzioni tradizionali.
Corsi ha trascorso la sua infanzia in un podere della Maremma, circondato dagli alberi dell'ombra piuttosto che da pali della luce. Questo ambiente ha forgiato la sua fantasia e la sua musica, conferendogli radici profonde con uno sguardo proiettato sempre oltre l’orizzonte visibile. Nel suo affascinante mondo musicale, gli animali rivestono un ruolo centrale. I lupi, i tassi - cattivissimi - gli istrici e le volpi sono da sempre visioni affascinanti. Il cantautore contrappone il loro mondo alla città che si mangia i campi intorno, come raccontava Bianciardi. "La città riduceva il campo di gioco di questi animali che non avevano modo di usare i loro superpoteri - ha spiegato Corsi -. Volevo raccontare la loro visione."
Questo stretto legame con la natura si manifesta anche nel suo approccio unico alla musica: "Ho registrato un disco con le finestre aperte, facendo entrare i suoni delle cicale di giorno e dei grilli di notte. È come se ci fossero due orchestre che si alternano". Un’idea che trasforma le sue canzoni in un’esperienza sensoriale a tutto tondo, in cui il paesaggio maremmano diventa parte integrante del suono.
Ma non è tutto. Durante l’intervista, Corsi ha menzionato i suoi attori preferiti, dal grande Roberto Benigni al bluesman Carlo Verdone, fino al gatto e la volpe Leonardo Pieraccioni e Massimo Ceccherini. Con loro due ha realizzato il videoclip del brano Volevo essere un duro, con cui è arrivato secondo al Festival di Sanremo 2025. Nel video, Ceccherini è un padre di famiglia che sgrida il figlio ribelle mentre Pieraccioni interpreta un prete che lo esorcizza. "Io e Tommaso Ottomano ci sentiamo spesso Pinocchio e Lucignolo e ci servivano il gatto e la volpe - ha detto l'artista -. Tra l'altro l'idea di far interpretare il prete a Pieraccioni e il padre di famiglia a Ceccherini è venuta a Pieraccioni e secondo me è stata una grande cosa. Pieraccioni era curioso di vedere Ceccherini in quel ruolo e noi abbiamo accolto con piacere la sua proposta!"
Oltre alla musica, un’altra passione di famiglia ha influenzato la sua carriera: la pittura. Sua madre, dipendente del ristorante della nonna, ha sempre dipinto. Le sue opere, che hanno accompagnato l’infanzia di Corsi, sono diventate nel tempo le copertine dei suoi album. "Li ho sempre visti in casa - ha raccontato - È come se i quadri avessero trovato una nuova vita. Mi piace questa cosa, mi sembra affine alla musica. Sarà perchè è mia madre!"
Riguardo alle canzoni d’amore invece, l'artista ha un’idea chiara: molte lo annoiano. "Ci sono quelle canzoni che sono solo un pretesto - ha commentato -, che non raccontano nulla di nuovo." Tuttavia, il suo approccio è differente: per lui, l’amore in musica non è una semplice storia sentimentale ma diventa un concetto più vasto, legato al tempo che scorre, agli affetti che svaniscono e alle storie intrecciate della vita. Spesso, le migliori canzoni d’amore non trattano nemmeno l’amore in senso stretto. "Possono essere canzoni sulle onde, sul vento... - ha continuato - forse però è una scusa, perché scrivere una buona canzone d’amore è difficilissimo."
Per il cantautore, le canzoni non dovrebbero limitarsi a raffigurare il mondo com’è, ma mostrare come potrebbe essere. "Amo la musica che mi offre un’altra interpretazione di ciò che vedo fuori dalla finestra - ha rivelato -. Se si riduce a descrivere la quotidianità, diventa un inutile spreco di spazio."
Questa filosofia si riflette nel suo stile, composto da suoni e parole che sfuggono alle regole, di storie che si muovono tra realtà e immaginazione, tra passato e futuro. Forse è proprio questo il segreto del suo lavoro: i suoi brani resistono alla banalità del quotidiano e continuano a volare liberi verso chiunque.
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