Grosseto
Nicola Draoli
Domani, mercoledì 12 marzo, si celebra la Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari.
“Questa ricorrenza giunge pochi giorni dopo un ennesimo episodio di aggressione nei confronti di un’infermiera, e vogliamo esprimere pubblicamente la nostra solidarietà alla collega - dichiara Nicola Draoli, presidente di Opi Grosseto -. Al contempo, ci offre l’opportunità di riflettere ulteriormente. Le aggressioni fisiche, pur se rare, attirano giustamente l’attenzione dei media per la loro eccezionalità. Tuttavia, è la violenza verbale, esplicita o meno, a essere una costante nella quotidianità degli operatori sanitari e sociosanitari”.
Draoli prosegue evidenziando come spesso su stampa e social media emergano denunce generiche su problematiche sanitarie senza una chiara identificazione del problema specifico, che potrebbe riguardare le strutture, la manutenzione o un servizio di informazione in ritardo. Queste generiche accuse tendono a inasprire i rapporti tra i cittadini e il servizio sanitario.
“La sanità nel suo complesso viene criticata, generando distanza e sfiducia tra i cittadini, già provati da condizioni di fragilità e disagio – sostiene Draoli –. Questo clima di sfiducia, a sua volta, contribuisce a creare le premesse per comportamenti violenti”.
Secondo il presidente, è essenziale segnalare le inefficienze e le difficoltà riscontrate nell'accesso ai servizi pubblici attraverso i canali opportuni, come l’Urp. È importante ricordare che dietro le prestazioni sanitarie ci sono persone e, proprio per questo, è necessario evitare generalizzazioni che potrebbero creare tensioni e atteggiamenti indisponenti.
"Accanto a questo – conclude Draoli –è cruciale formare gli operatori sanitari e sociosanitari sulle tecniche per disinnescare la violenza, oltre a promuovere l’informazione e la sensibilizzazione da parte delle Aziende sanitarie e di altri enti pubblici. È fondamentale una riflessione condivisa e, soprattutto, la correttezza nell’individuare e segnalare puntualmente i problemi, senza generalizzare. È da qui, infatti, che si può avviare un significativo cambiamento culturale, capace di tutelare sia i cittadini sia gli operatori”.
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