In occasione della Giornata internazionale della donna, l’Ordine delle professioni infermieristiche di Grosseto celebra le professioniste della sanità che lavorano nel sistema pubblico e nel settore privato e, allo stesso tempo, evidenzia gli elementi di disparità di genere e discriminazioni, soprattutto legate alla gestione e alla situazione familiare, che ancora si ravvisano nella società. Quello delle professioni infermieristiche è un universo prettamente femminile, composto per il 77% da professioniste che hanno un livello di formazione e percorsi di carriera sempre più qualificati.
“Oggi le dirigenze, le posizioni apicali e le funzioni organizzative – dichiara Fulvia Marini, presidente della Commissione albo infermieri di Opi Grosseto – sono ricoperte per l’85% da donne e nel nostro albo provinciale abbiamo un numero di 1320 infermiere iscritte a fronte 384 uomini. L’altro dato interessante è che sono sempre le donne le professioniste che, nel mondo infermieristico, cercano nuovi percorsi di realizzazione professionale in Italia: tra i nostri iscritti, infatti, 31 sono donne appartenenti all’Unione europea e 18 extra Ue, a fronte di 3 soli uomini comunitari. Anche relativamente ai corsi di laurea, la percentuale di donne rispetto agli uomini rispecchia gli iscritti Opi: secondo i dati di Almalaurea le donne iscritte ai corsi di professioni sanitarie e infermieristiche sono il 73% a fronte del 27% dei maschi, mentre le donne sono ancora sottorappresentate nella leadership sanitaria, nella dimensione infermieristica – perlomeno provinciale – il dato è in controtendenza. Tuttavia resta, nel nostro Paese, quel divario di genere dovuto soprattutto al fatto che, nella nostra società, sono ancora le donne le persone deputate alla gestione assistenziale e sociale extra lavoro”.
Un recente studio condotto lo scorso anno dal titolo “Discriminazioni e benessere professionale”, realizzato dall’Osservatorio pari opportunità di genere nelle Professioni ordinistiche e che ha coinvolto nelle risposte oltre 4mila iscritte, mette in evidenza che il 43.5% delle infermiere ha individuato nella situazione familiare una causa di discriminazione sul lavoro.
“È su questo squilibrio tra vita lavorativa e vita privata – commenta il presidente di Opi Grosseto Nicola Draoli – che emerge una delle differenze più significative, con un carico maggiore per le infermiere rispetto ai colleghi uomini, per la cura dedicata ai familiari che va a sommarsi all’attività lavorativa inficiando spesso benessere psicologico e opportunità professionali”. Il 59,3% delle donne che hanno risposto alle domande dell’Osservatorio ha dichiarato di prendersi cura con continuità e presenza dei figli (contro il 55,3% degli uomini), mentre si occupa dei genitori il 56,1% delle donne contro il 47,3% degli uomini.
“Per questo – aggiungono Draoli e Marini – occorre lavorare per promuovere una nuova cultura della parità, provando anche a creare le condizioni affinché il carico di ‘lavoro’ domestico e familiare non sia solo attribuito alle donne. Accanto a questo, servono nuovi strumenti di conciliazione vita-lavoro e Opi Grosseto sta lavorando in questo senso, anche attivando una serie di convenzioni con soggetti attivi sul territorio, che possano permettere ai nostri iscritti di fruire di servizi a tariffe più vantaggiose. Cogliamo l’occasione per invitare tutte e tutti gli interessati a contattarci”.
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