ECONOMIA
Andrea Fratoni
Andrea Fratoni è il nuovo presidente della delegazione di Grosseto e vicepresidente esecutivo di Confindustria Toscana Sud. L'assemblea dell'associazione degli industriali ha approvato le nomine dei nuovi vertici, designate dal Consiglio generale, che resteranno in carica nei prossimi 4 anni: la nuova presidente è l'aretina Giordana Giordini, l'altro vicepresidente esecutivo è Marco Busini (Siena).
Fratoni, 42 anni, è consigliere d'amministrazione di Elettromar, multinazionale hi-tech con quartier generale a Follonica e presenza consolidata nel resto d'Europa e negli Stati Uniti, un organico di circa 250 unità tra dipendenti e collaboratori e progetti realizzati in oltre 50 Paesi di tutto il mondo. La nuova carica in Confindustria Toscana Sud è l'apice di un'esperienza decennale all'interno dell'associazione, che lo ha visto finora ricoprire gli incarichi di presidente del gruppo Giovani (tra il 2016 e il 2020) e di vicepresidente della sezione Meccanica (dal 2020).
«Sono orgoglioso di poter dire che sono cresciuto e mi sono formato in questa associazione, tra giovani e senior – dichiara Andrea Fratoni –: qui negli anni ho stretto legami importanti, professionali e personali. All'inizio di questa nuova esperienza desidero innanzitutto ringraziare Francesco Pacini, dal quale raccolgo il testimone con grande senso di responsabilità. Riparto dal suo lavoro, all'insegna della continuità. Come accade nelle aziende, anche all'interno di Confindustria Toscana Sud stiamo vivendo un ricambio generazionale e questo richiama tutti noi a un particolare impegno per portare avanti le sfide che ci attendono».
Un passaggio del testimone che avviene in un contesto – globale e locale – complicato da tante variabili, geopolitiche ed economiche. «Il mio impegno è rivolto a garantire continuità e futuro alle imprese e non è semplice neppure capire come potremo uscire dai contesti di crisi che riguardano tutti noi – osserva Fratoni – ma di una cosa sono certo: questa associazione è il luogo in cui trovare risposte e soluzioni, insieme. E occuparci delle questioni territoriali significa contribuire a risolvere i grandi temi del Paese, perché le priorità sono le stesse: dobbiamo investire sul futuro. Penso alla formazione delle giovani generazioni: è indispensabile che abbiano competenze adeguate al mercato del lavoro, alle necessità delle nostre imprese, e non vogliamo che siano costretti ad andarsene altrove per trovare un'occupazione. Un altro fortissimo gap che scontiamo è quello delle infrastrutture, dal Corridoio Tirrenico alla Due Mari, perché è uno dei fattori che impediscono al territorio di essere protagonista come vorremmo. Anche la crisi Venator, in un comparto chimico che tradizionalmente rappresenta un asse portante dell'economia provinciale, si riflette in un contesto molto più ampio: l'Italia è da sempre tra i Paesi leader mondiali del settore manifatturiero, imprescindibile fonte di ricchezza e occupazione stabile e di qualità. Ecco, se noi riusciremo ad occuparci nel modo giusto delle questioni territoriali come la formazione, le infrastrutture e lo sviluppo del settore manifatturiero, con una strategia adeguata ai tempi che stiamo vivendo e uno sguardo sempre ben puntato al futuro, avremo contribuito anche a creare valore utile a mantenere la ricchezza del Paese. Questo mi impegno a fare, al servizio delle aziende e con l'aiuto dei miei colleghi imprenditori».
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