ECONOMIA
Andrea Biondi, Confesercenti
Le indiscrezioni che parlano di un aumento del 30% dell'imposta di soggiorno, misura che sarebbe contenuta nel collegato alla Manovra del Governo, allarmano Confesercenti: "Una misura – sostengono dall'associazione di categoria – che rischia di penalizzare fortemente anche il turismo locale".
"È stata Assoturismo Confesercenti nazionale a lanciare l'allarme. L'aumento – spiegano – arriverebbe tra l'altro in un momento in cui il comparto sta cercando di consolidare alcuni segnali positivi della stagione estiva, e affrontarne le criticità, e questo peraltro senza una chiara regia pubblica attiva sulle politiche di sviluppo turistico, per cui servirebbe anzi finanziamenti dagli introiti dell’imposta di soggiorno, in un contesto in continua evoluzione".
"Un provvedimento incomprensibile – dichiara Andrea Biondi, direttore provinciale di Confesercenti Grosseto – che colpisce un settore rilevante per l’economia della Maremma, dove il turismo rappresenta una delle fondamentali leve per lo sviluppo dei territori interni e costieri. L’aumento dell’imposta non solo grava sui visitatori, ma rischia di deprimere la domanda interna, già in contrazione, e scoraggiare il turismo di prossimità, che continua ad essere vitale per molte località maremmane".
Secondo le stime nazionali, la maggiorazione potrebbe generare un esborso aggiuntivo di circa 300 milioni di euro per i turisti, portando il gettito complessivo annuo oltre il miliardo. Tuttavia, il maggiore incasso non sarebbe destinato al miglioramento dell’offerta turistica, ma finirebbe nel calderone della fiscalità generale.
"L’imposta di soggiorno – prosegue Biondi – era nata come strumento per finanziare interventi di valorizzazione del territorio. In Maremma, dove servono investimenti nell’innovazione, promozione e servizi, è fondamentale che ogni euro raccolto venga reinvestito nel turismo. Serve trasparenza e una destinazione vincolata delle risorse, non aumenti indiscriminati. Troppo spesso gli imprenditori del tessuto ricettivo si trovano a svolgere il ruolo di esattore per conto dei Comuni, senza neanche poter discutere attraverso i propri sindacati di categoria sulla destinazione di tali risorse, ed il risultato è evidente, vi è carenza di strategie e di risorse dedicate a realizzarle. Invitiamo le istituzioni locali e regionali a vigilare sull’evoluzione del provvedimento e a difendere gli interessi delle imprese turistiche del territorio, già messe alla prova da una stagione complessa e da un contesto economico incerto".
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