Grosseto
Il libro Solopaca
E' stato presentato a Rispescia il volume “Solopaca. Viticoltura di terroir e “uve rare” dal Taburno Camposauro alla costa tirrenica”.
Il progetto di recupero dei vini porta risultati. Ci sono anche i sommelier della Delegazione Ais di Grosseto, insieme ad Ais Toscana nel percorso di recupero di antichi vitigni autoctoni e nella “rinascita” di uno straordinario vino tradizionale: il Vino di Solopaca, che deve il suo nome al piccolo comune del Beneventano, nell'area del Taburno. Un vino perduto nella seconda metà del XX secolo, ritrovato nel 2019 nella cantina di Clemente Colella, un produttore della Doc del Sannio, e “riabilitato” grazie al lavoro di produttori, studiosi, centri di ricerca e, appunto, la delegazione AIS di Grosseto, scelta come soggetto terzo per la valutazione dei campioni.
Intorno al “ritrovamento” nelle cantine di Colella, infatti, è nato l'interesse scientifico di alcuni ricercatori, impegnati nella ricostruzione identitaria e nella valorizzazione dei comprensori vitivinicoli minori. È iniziato così un percorso di indagine per identificare queste uve, con prove sperimentali avviate da centri di studi pubblici come il CREA VE di Turi (BA) e diventate poi un progetto di ricerca promosso dal CNR ISPC di Potenza sulla biodiversità agricola storica (vite e olivo), incentrato viticola nei territori del Taburno Camposauro, della Penisola Sorrentina e del Golfo di Policastro.
Dopo la prima presentazione, a luglio, al ministero dell'Agricoltura, domenica 11 agosto, a Festambiente, è stato presentato il volume “Solopaca. Viticoltura di terroir e uve rare dal Taburno Camposauro alla costa tirrenica”, che riporta i risultati del progetto di recupero dei vini, tenuti a battesimo dai sommelier Ais di Grosseto.
A Rispescia si chiude il cerchio, poiché a Festambiente alcuni anni fa, è iniziata la collaborazione di Ais Grosseto al progetto, nata a margine di una chiacchierata tra Debora Rossi archeologa oltre che sommelier, con Stefano Del Lungo, archeologo e topografo del CNR, responsabile scientifico del progetto per il recupero del Vino di Solopaca. Entrambi presenti ieri a Rispescia insieme a Clemente Colella e al sommelier Emiliano Leuti che ha descritto le caratteristiche dei vini.
"Da subito AIS Toscana e la delegazione di Grosseto hanno condiviso lo spirito e il fine generale del lavoro. Ovvero contribuire alla valutazione di tutti gli elementi utili per restituire corpo e identità a un vino scomparso, ma di cui la storia aveva lasciato tracce indelebili. Il ruolo della Delegazione è stato determinante per capire l’importanza enologica e le potenzialità sul mercato di questo vino tradizionale", spiega Del Lungo.
Un po' di storia. Già a dicembre 2021, infatti, un gruppo di sommelier e degustatori di Ais Grosseto aveva valutato due tipologie di vini, bianchi e rossi. Poi la terza tappa sempre in Maremma, il 5 giugno 2022, con la nuova valutazione dei vini “promossi” a dicembre. In questa occasione erano presenti Andrea Galanti, miglior sommelier d’Italia nel 2015, e Maurizio Zanolla, referente della guida “Vitae”. La definitiva consacrazione del percorso comune intrapreso con Ais, è stata la visita di una delegazione di sommelier e degustatori a Solopaca, dal 14 al 16 ottobre dello stesso anno, con verifica ed esame dei vini in cantina, cui è seguita anche la collaborazione nella stesura dei risultati raccolti proprio nel libro in questione.
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