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11 novembre 1843: viene pubblicata la fiaba "Il brutto anatroccolo"

Dalla penna di Hans Christian Andersen, una lezione universale su identità, resilienza e accettazione

Carolina  Brugi

11 Novembre 2025, 09:36

"Il brutto anatroccolo"

"Il brutto anatroccolo"

L’11 novembre 1843 Hans Christian Andersen pubblicava per la prima volta Il brutto anatroccolo, una delle sue opere più celebri e amate, inclusa nella raccolta Nye Eventyr (Nuove Fiabe). Oggi, a 182 anni di distanza, questo racconto continua a emozionare lettori di ogni età e a ispirare riflessioni sulla diversità, sul valore personale e sull’accettazione di sé.

Una storia di crescita e scoperta

Il brutto anatroccolo narra la vicenda di un piccolo nato diverso dagli altri: più grande, impacciato e dal piumaggio scuro. Deriso e respinto dai suoi simili, persino dalla famiglia, l’anatroccolo è costretto a fuggire e ad affrontare un lungo viaggio solitario, segnato da freddo, paura e malinconia. Solo alla fine, osservandosi riflesso nell’acqua, scoprirà di essere diventato un elegante cigno, accolto con gioia dai suoi pari.

Dietro la semplicità del racconto si cela una metafora potente e universale: quella del cammino verso la consapevolezza di sé, la forza interiore e la ricerca della propria identità. È una fiaba che invita a non lasciarsi condizionare dal giudizio altrui e a riconoscere l’unicità che ciascuno porta dentro di sé.

Andersen e la sua autobiografia nascosta

La profondità del testo deriva anche dal legame con la vita dell’autore. Come il protagonista, Hans Christian Andersen conobbe fin da giovane la solitudine e l’emarginazione. Cresciuto in un ambiente povero e spesso deriso per il suo aspetto e la sua sensibilità, trovò nella scrittura una via di riscatto e di libertà.
Attraverso la trasformazione dell’anatroccolo in cigno, Andersen compie un gesto simbolico di redenzione personale: la fiaba diventa lo specchio della sua anima, un messaggio di fiducia e speranza per chi si sente “diverso” o non compreso.

Un messaggio eterno

Oltre a essere un racconto per l’infanzia, Il brutto anatroccolo rappresenta una riflessione profonda sulla natura umana, sui pregiudizi e sul valore della diversità. È un invito a guardare oltre le apparenze e a comprendere che ciò che sembra debole o strano può celare una grande forza e una straordinaria bellezza interiore.

A quasi due secoli dalla sua pubblicazione, il messaggio di Andersen resta vivo e attuale. In un’epoca in cui il bisogno di autenticità e accoglienza è sempre più forte, Il brutto anatroccolo continua a ricordarci che la vera bellezza nasce dall’accettazione di sé e dal coraggio di essere unici.

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