IL RICORDO
Peppe Vessicchio
Peppe Vessicchio, volto iconico della musica italiana e figura storica del Festival di Sanremo, si è spento ieri all’età di 69 anni all’ospedale San Camillo Forlanini di Roma, dove era ricoverato in rianimazione a seguito di una polmonite interstiziale precipitata rapidamente. I funerali si terranno domani in forma strettamente privata.
La sua presenza sul palco, annunciata con la celebre frase “Dirige l’orchestra il maestro Peppe Vessicchio”, resterà per sempre nel cuore degli appassionati di musica italiana. Questa semplice locuzione è diventata quasi un mantra per chi segue il Festival di Sanremo e non solo.

Tra le sue riflessioni più profonde, Vessicchio raccontava la sua visione della vita e della rete: “Mi sono accorto che la vita reale è una sola, mentre quelle virtuali possono essere anche tante, per questo consulto la rete lo stretto necessario, solo perché mi porti dove non posso andare, ma il mio tempo lo spendo laddove ‘sono’.”
Sull’importanza dell’arte e dell’impegno educativo, il Maestro affermava: “Perché conosco il valore taumaturgico della musica, so che cosa è in grado di fare – ha spiegato il Maestro -. Eppure vedo che in tutti i modi si cerca di alleggerire i nostri ragazzi dall’impegno, come se si temesse di affaticarli. Via il greco, meno latino, la storia dell’arte che non serve: io credo invece che bisogna insegnargli la complessità.”

Altre frasi evidenziano la sua filosofia come la convinzione in una rinascita continua: “La nostra gloria più grande non sta nel non cadere mai, ma nel risollevarsi sempre dopo una caduta.”
Il lascito di Vessicchio è estremamente umano e personale, come ricordato da amici e colleghi, che sottolineano la sua gentilezza e professionalità, unite a un carattere giocoso e autentico, elementi che hanno fatto di lui un simbolo culturale per l’Italia.
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