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IL PERSONAGGIO

2 novembre 1940 e 2 novembre 2020: nasce e muore Gigi Proietti

Un artista poliedrico che ha saputo raccontare l'Italia con ironia e umanità

Carolina  Brugi

02 Novembre 2025, 12:23

Gigi Proietti

Gigi Proietti

Gigi Proietti, nato a Roma il 2 novembre 1940, è stato un punto di riferimento imprescindibile del teatro, del cinema e della cultura italiana. La sua scomparsa, avvenuta esattamente cinque anni fa, il 2 novembre 2020, ha lasciato un profondo vuoto nel mondo dello spettacolo, ma la sua eredità artistica continua a vivere attraverso la memoria di un pubblico che ancora oggi lo celebra con affetto e ammirazione.

Cresciuto nel cuore di Roma, tra Via Giulia e il quartiere Tufello, Proietti si formò a lungo, iniziando con gli studi di giurisprudenza alla Sapienza, abbandonati poi per dedicarsi completamente alla sua passione per la musica e il teatro. Musicista talentuoso, sapeva suonare pianoforte, fisarmonica, contrabbasso e chitarra, strumenti che accompagnarono le sue prime esibizioni nei locali notturni capitolini. Fu grazie al corso di mimica di Giancarlo Cobelli al Centro Universitario Teatrale che Proietti iniziò la sua carriera teatrale, esordendo in spettacoli d'avanguardia come “Can Can degli italiani” negli anni Sessanta.

La sua straordinaria capacità di trasformismo, unita a un talento innato nell'arte dell'affabulazione, ne fece uno dei pochissimi attori italiani ad avere successo contemporaneo in teatro, cinema e televisione. Il teatro romano fu il suo terreno privilegiato, dove coniugò la tradizione della romanità — che definiva come “l’unico vero modello di commedia dell’arte” — all’eleganza del monologo e allo studio approfondito dei caratteri umani. Si è spesso definito erede di Ettore Petrolini, ma amava sintetizzare la sua origine artistica con una battuta: «Io discendo solo dalle scale di casa mia».

Sul grande schermo, Gigi Proietti si fece notare soprattutto con “Febbre da cavallo” (1976), un film che oggi è diventato un cult della commedia all’italiana grazie al suo indimenticabile ruolo di Mandrake, l’incallito scommettitore. Proseguì con altri successi, tra cui “Brancaleone alle Crociate” e diversi film diretti dai fratelli Vanzina, come “Un’estate al mare”, dimostrando di sapersi muovere con agilità tra vari generi. Al cinema è stato anche doppiatore di prestigio: la sua voce ha dato vita al Genio nella versione italiana di “Aladdin” (1992) e ha doppiato attori come Robert De Niro, conquistando un Nastro d'Argento per il doppiaggio.

Sul piccolo schermo, Proietti ha avuto grande riscontro grazie alla serie televisiva “Il Maresciallo Rocca”, dove interpretava con autorevolezza e semplicità un maresciallo di polizia, dimostrando di saper coniugare impegno e popolarità. Inoltre, ha lavorato come regista, insegnante e direttore artistico, contribuendo a formare nuove generazioni di attori e a tramandare la cultura teatrale italiana.

Il suo volto, la sua voce, la sua ironia e la sua profonda umanità hanno attraversato cinque decenni di spettacolo italiano. Oggi, nel quinto anniversario della sua scomparsa, si celebrano non solo il talento di un artista unico ma anche la sua capacità di raccontare la vita con leggerezza e profondità.

Una sua celebre citazione riassume bene la sua filosofia artistica:
«La cosa più importante è essere se stessi. Se non si è se stessi non si può far riderepiangere

Gigi Proietti resterà per sempre nel cuore degli italiani come un maestro della parola, della comicità e della romanità, simbolo di un’arte che sa emozionare e far riflettere.

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