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												Il conduttore Sigfrido Ranucci
Questa sera, domenica 26 ottobre alle 20.30 su Rai 3 e RaiPlay, si inaugura la nuova stagione di “Report”, l’appuntamento cult del giornalismo d’inchiesta diretto da Sigfrido Ranucci. Il programma apre con trenta minuti di reportage realizzati nel rispetto delle risorse pubbliche e con una particolare attenzione ai diritti umani, all’ambiente e alla tutela dei più fragili, settori spesso trascurati nella programmazione televisiva italiana.
La puntata si distingue per la presenza di “Lab Report”, laboratorio aperto ai giovani giornalisti di inchiesta, frutto di un progetto innovativo ideato da Ranucci insieme a Franco Di Mare, scomparso lo scorso maggio. È un nuovo punto di vista sul racconto del Paese, destinato a formare nuove generazioni di reporter investigativi e a dare spazio a storie e indagini direttamente dai territori d’Italia.
Subito dopo arriva la grande squadra delle inchieste di Report: collaborano Bernardo Iovene, Cataldo Ciccolella, Elisa Marincola, Ilaria Proietti, Alessia Marzi e Greta Orsi, volti autorevoli della narrazione d’attualità e della contro-informazione.
Il primo servizio è la potente inchiesta di Giorgio Mottola con Greta Orsi: “Piccoli Trump crescono”. Il racconto ruota attorno al discorso di Giorgia Meloni, che lo scorso marzo ha definito il Manifesto di Ventotene di Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi come testo comunista e antidemocratico. Quella che sembrava una provocazione si rivela invece una tassella di una strategia precisa: secondo l’indagine di Report, diverse fondazioni e centri studi sovranisti europei, con regia della Heritage Foundation americana, stanno coordinando una massiccia campagna di delegittimazione delle istituzioni UE. Dopo la rielezione di Trump, le ingerenze americane in Europa sono aumentate esponenzialmente: in cinque anni, più di 100 milioni di euro hanno finanziato attività di lobbying transatlantico, con lo scopo di esportare la visione e i valori della democrazia americana e favorire la dissoluzione dell’Unione Europea. Steve Bannon, intervistato da Report, conferma il progetto e individua nell’attuale leadership italiana e nelle fondazioni vicine a Fratelli d’Italia gli anelli di una rete che si estende in quasi tutti gli stati europei.
A seguire “A noi!” di Luca Bertazzoni, insieme a Marzia Amico, Samuele Damilano ed Eleonora Numico. Il racconto parte dalla controversa nomina del maestro Beatrice Venezi a direttrice musicale del Teatro La Fenice di Venezia – una scelta che ha provocato scioperi e proteste tra gli orchestrali. Da qui, Report ricostruisce le principali nomine avvenute nei posti chiave della cultura: Ales (società in house del Ministero), il cinema, i teatri, i festival, Cinecittà e i vertici stesso del Ministero, tracciando i meccanismi di potere che controllano le forze strategiche per l’identità nazionale.
Per “Lab Report”, il giovane Andrea Tornago firma il servizio “Porcini nostrani”. La Festa del fungo porcino di Lariano, istituzione storica ai Castelli Romani, negli ultimi anni è diventata terreno di influenza per politici nazionali e coinvolge finanziamenti pubblici consistenti. Il porcino, prodotto ambito e celebrato, diventa così vettore di business poco trasparente e protagonista di una domanda: cosa rende l’Italia – e i suoi funghi – così ricercata e ambita anche dagli interessi delle lobby?
Report mantiene la promessa di raccontare la “pancia del Paese” senza censure o timori. La regia incisiva e il ritmo serrato tengono altissima la tensione, mentre la verifica assoluta dei fatti e la profondità delle testimonianze confermano la reputazione del programma, tornato in tv nonostante le recenti intimidazioni subite dallo stesso Ranucci.
La puntata è disponibile non solo su Rai 3, ma anche in streaming su RaiPlay, accessibile anche all’estero per garantire massima trasparenza e apertura delle storie investigative a un pubblico globale.
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