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Fuori dal Coro stasera 28 settembre su Rete 4: le novità del delitto di Garlasco, scandali e Italia delle ingiustizie

Giovanni Ramiri

28 Settembre 2025, 12:49

Fuori dal Coro stasera 28 settembre su Rete 4: le novità del delitto di Garlasco, scandali e Italia delle ingiustizie

Fuori dal Coro con Mario Giordano

Questa sera, domenica 28 settembre 2025, alle 21:32 su Rete 4, torna protagonista il graffio di Fuori dal Coro, la trasmissione guidata da Mario Giordano che, con voce dissacrante e scenografie d'impatto, trasforma da anni l’inchiesta televisiva in uno degli appuntamenti più discussi e seguiti del prime time. Sullo sfondo dell’attualità più calda, la puntata di oggi si annuncia come una delle più dense e dirompenti dell’autunno, muovendosi tra le zone d’ombra dei grandi casi giudiziari, le contraddizioni sociali della penisola, e la rabbia popolare che attraversa l’Italia dei diritti negati e dell’illegalità diffusa.

Al centro della narrazione ci sarà il nodo delicatissimo del caso di Garlasco: la vicenda che ha segnato e diviso l’opinione pubblica italiana con la condanna di Alberto Stasi e recentemente tornata alle cronache per una nuova inchiesta giudiziaria clamorosa. Le indagini sulla corruzione che coinvolgono l’ex procuratore aggiunto di Pavia, Mario Venditti, verranno analizzate attraverso documenti inediti, testimonianze esclusive e le provocazioni pungenti di un conduttore che non lascia nulla sottotraccia. Questa sera il programma porterà il pubblico dentro i retroscena più controversi della Giustizia, tra sospetti di favoritismi, scambi di denaro e un sistema di potere che appare irraggiungibile ai più. Il confronto con Vittorio Feltri promette scintille e domande senza filtro, simbolo della volontà del programma di scavare oltre l’informazione ufficiale.

La forza di Fuori dal Coro sta soprattutto nella capacità di mescolare la ricerca del dato con un approccio “di pancia”, energico, aggressivo e volutamente divisivo, che infiamma i social e spinge ogni settimana il pubblico fuori dalla propria comfort zone. La puntata prosegue affrontando il tema drammatico del lavoro povero e della precarietà. Verranno portate sullo schermo storie molto forti di lavoratori ridotti all’obbligo di restituire in nero parte dello stipendio ricevuto formalmente, dimostrando come la forbice tra i pochissimi privilegiati e la massa degli esclusi sia più ampia che mai. Un viaggio notturno nelle realtà urbane più dure di Milano visualizzerà le storture di un mercato dove i diritti sono carta straccia, e il futuro viene spesso barattato per la sopravvivenza quotidiana.

Vittorio Feltri

Grande spazio sarà dedicato alle serate fuori controllo dei giovani italiani, tra locali clandestini, scommesse illegali e l’exploit inquietante del chemsex, con immagini esclusive e testimonianze che raccontano la corsa di una generazione verso il rischio, la marginalità, la ricerca di sensazioni forti e la paura di restare invisibili. Questa narrazione si accompagna sempre a una riflessione severissima contro quello che il programma descrive come lassismo istituzionale: un Paese dove i controlli mancano e l’illegalità si trasforma in normalità. L’attenzione alle emergenze della legalità trova eco nella rubrica “Il punto” firmata da Luisella Costamagna, che restituisce con chiarezza le dimensioni del fenomeno e sintetizza, in pochi minuti di commento, una settimana intera di tensioni politiche e sociali, tra privilegi di casta, racket delle case popolari e il progressivo emergere di un’Italia degli impuniti.

Mario Giordano distribuisce stoccate e accuse, trasforma il dibattito in scontro diretto e si conferma come uno degli interpreti televisivi più carismatici e divisivi della stagione. La puntata di questa sera si candida così a diventare un nuovo caso mediatico, lanciando il messaggio di un’Italia in bilico fra voglia di riscatto, indignazione collettiva e fragilità delle regole. Un’occasione per guardare in faccia le ingiustizie, senza farsi illusioni sulle risposte del sistema, e per reclamare, davanti alle telecamere e ai dati, un Paese più giusto, più onesto e meno incline alla rassegnazione.

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