MUSICA
Lucio Corsi
«Devo molto ai Baustelle, quando nel 2017 Francesco Bianconi mi ha invitato a seguire il gruppo per tutto il tour nei teatri. Devo molto a Dario Brunori che per primo ha prodotto il mio Lp, e anche a Federico Dragogna dei Ministri, grande scrittore, che mi ha sostenuto nel mio secondo progetto. Ma ringrazio anche quei fischi incessanti, dal primo all’ultimo minuto, quando ho aperto il concerto degli Stadio alla Festambiente dell’Alberese, in Toscana. Avevo 18 anni, ero su quel palco solo chitarra e voce. Quell’avvenimento mi ha rafforzato, ho capito che niente mi avrebbe più fermato dal fare la musica che piaceva a me.»
Con queste parole Lucio Corsi ha raccontato un momento cruciale del proprio percorso artistico, ricordato e rilanciato in rete dal critico e saggista Paolo Talanca. La testimonianza evidenzia come una carriera musicale non nasca soltanto da incontri fortunati con colleghi già affermati, ma anche da esperienze difficili, persino traumatiche, capaci però di trasformarsi in una forza interiore.
Lucio Corsi, classe 1993, originario della Maremma grossetana, è oggi una delle voci più originali della nuova scena cantautorale italiana. Nei suoi lavori convivono atmosfere folk e immaginari visionari, con influenze glam che lo distinguono nel panorama contemporaneo. La vicinanza di figure come Francesco Bianconi, Brunori Sas e Federico Dragogna ha avuto un peso decisivo nella sua crescita, ma altrettanto fondamentale è stata la capacità di accogliere i momenti più duri — come i fischi del pubblico agli esordi — trasformandoli in linfa creativa.
A raccogliere e rilanciare il ricordo è stato appunto Talanca, critico musicale, docente e collaboratore di testate come Avvenire e Il Manifesto. Talanca è autore di numerosi saggi dedicati alla canzone d’autore, tra cui La canzone d’autore italiana 1958-1997 e Sotto il cielo di Roma. La canzone popolare romana e i suoi interpreti. Attento osservatore dei linguaggi musicali e delle nuove generazioni di cantautori, da anni intreccia lo studio dei classici con l’analisi delle voci emergenti, offrendo uno sguardo critico che unisce rigore e passione.
Il post su Corsi non è dunque solo un ricordo personale, ma anche un invito a leggere la musica come un percorso di incontri, ferite e riscatti: un viaggio in cui persino i fischi possono diventare un motore creativo.
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