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K-pop Demon Hunters e Golden conquistano anche l'Italia: le Huntr/x Rumi, Mira e Zoey sono il nuovo fenomeno virale su Netflix, TikTok e Spotify. Tutti i record

Il film è diventato il più visto in assoluto in lingua inglese su Netflix con oltre 236 milioni di visualizzazioni

Roberto Bata

09 Settembre 2025, 14:46

K-pop Demon Hunters e Golden conquistano anche l'Italia: le Huntr/x Rumi, Mira e Zoey sono il nuovo fenomeno virale su Netflix, TikTok e Spotify. Tutti i record

È il fenomeno del momento, sui social come TikTok e sulle piattaforme streaming come Netflix e Spotify. Alzi la mano chi – nelle ultime settimane – non si è imbattuto nelle note di Rumi, Mira e Zoey, le Huntr/x, trio di idol K-pop che sta spopolando tra i giovanissimi e non solo con “Golden”, un inno pop che ha attraversato lo schermo ed è esploso nel mondo reale. 

Il film d'animazione "KPop Demon Hunters", uscito a giugno 2025 su Netflix, racconta proprio le avventure del trio che conduce una doppia vita: da un lato superstar musicali, dall’altro cacciatrici di demoni. Il film è rapidamente diventato il più visto in assoluto in lingua inglese su Netflix, con oltre 236 milioni di visualizzazioni e un inaspettato successo al botteghino grazie a eventi live-sing-along che hanno incassato circa 18 milioni di dollari. “Golden” è il secondo singolo estratto dalla colonna sonora del film, pubblicato il 4 luglio 2025 con Republic Records: il produttore esecutivo Ian Eisendrath l'ha definita come una classica traccia “I Want” da musical, in cui i personaggi esprimono desideri profondi e conflitti interiori. Il pezzo viaggia dal pop ispiratore a tonalità più oscure, riflettendo il ruolo di Rumi nella storia. In generale, la critica ha elogiato il brano per il suo testo penetrante e l’alta forza melodica, definendolo un electropop contagioso e “passionately emotive”. “Golden” ha raggiunto la vetta della Billboard Global 200 e ha dominato le classifiche in 17 Paesi, tra cui Corea del Sud, Usa, Regno Unito, Australia, Canada e molti altri. È stato il primo brano di un gruppo K-pop – anche se fittizio – a conquistare il numero uno nella Billboard Hot 100Il successo della colonna sonora è stato altrettanto travolgente: quattro canzoni contemporaneamente nella Top 10 della Hot 100, un risultato mai visto prima per un film animato dal 1978 con Saturday Night Fever. 

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E in Italia? La musica non cambia: la colonna sonora del film K-Pop Demon Hunters ha scalato le classifiche di streaming anche nel nostro Paese e “Golden” è senza dubbio una hit anche in Italia, dominando le classifiche streaming, ricevendo forte passaggio radiofonico e conquistando il cuore del pubblico italiano con numeri da capogiro. La compilation è entrata nella Top 10 globale, debuttando all’ottavo posto nella Billboard 200 e salito al terzo in seconda settimana. La versione ufficiale di “Golden” ha registrato finora oltre 410 milioni di stream su Spotify ed è attualmente in rotazione radiofonica, nella Top 50 di Spotify Italia e al primo posto nella Spotify Global Charts e al secondo in classifica su Amazon Music – Musica di Tendenza. 
Un fenomeno destinato a durare: la canzone è stata candidata per premi importanti, incluso un potenziale riconoscimento agli Oscar come Miglior canzone originale, un risultato che aprirebbe nuove porte per i compositori coreani in ambito cinematografico. E il film ha già generato piani per un sequel, potenziali serie live-action, musical teatrali e remake, grazie alla fanbase in crescita e al coinvolgimento pop globale.  
Il brano è diventato virale sulle piattaforme social perché ha un ritornello potentissimo, davvero impegnativo da interpretare, e molti artisti lo hanno reinterpretato o spettacolizzato online, facendolo diventare una sfida vocale. La canzone è in gran parte in inglese, con qualche battuta in coreano, quindi più accessibile a un pubblico globale, e la sinergia con il film, pieno di riferimenti coreografici e visual, l’ha resa un trend virale. Insomma, “Golden” è molto più di una canzone di colonna sonora: è un fenomeno pop-culturale. Combina una melodia accattivante, performance vocale impressionante, storytelling emotivo e un fenomeno virale che ha infranto record storici nelle classifiche mondiali. Il risultato? Un simbolo globale dell’era post-K-pop, dove immaginazione e musica si fondono per conquistare il mondo.
È l'ultima evoluzione del fenomeno K-pop, una delle rivoluzioni culturali più significative degli ultimi decenni nel panorama globale della musica e dell’intrattenimento. Nato in Corea del Sud, il K-pop è riuscito a superare i confini geografici e culturali, affermandosi come un vero e proprio fenomeno di massa con un impatto sociale, economico e mediatico internazionale. L’origine del K-pop risale agli anni ’90, con gruppi pionieri come Seo Taiji and Boys che hanno cominciato a fondere elementi di hip hop, rap e musica pop occidentale con influenze tradizionali coreane. Tuttavia, è solo a partire dagli anni 2000 che il K-pop ha assunto una dimensione globale grazie a strategie di marketing digitali, l’uso massiccio dei social media e la creazione di gruppi altamente performanti e multietnici. Il successo globale del K-pop si basa su alcuni fattori chiave: ogni gruppo è formato da artisti non solo cantanti ma abili ballerini, con routine sincronizzate e produzioni visive curate in ogni dettaglio; dagli abiti, ai video musicali, fino alle storie dietro ogni gruppo, il K-pop propone un’immagine di glamour, energia e perfezione tecnica; i fan sono altamente organizzati in comunità online, promuovono campagne internazionali per sostenere i loro idoli, influenzano la cultura popolare e partecipano attivamente alla diffusione del fenomeno; agenzie di talent management allenano gli artisti per anni, con programmi intensivi e una forte enfasi su disciplina e multilinguismo.

Questo fenomeno ha moltiplicato l’interesse per la cultura coreana, la lingua e il settore turistico. Inoltre, il K-pop ha imposto una riflessione sul tema dell’identità e della rappresentazione, attraverso un’estetica che spesso fonde elementi orientali e occidentali e gruppi composti da membri di varie nazionalità. Ha aperto discussioni su inclusività, stereotipi di genere e la pressione mediatica cui sono sottoposti gli artisti. Con una fanbase in continua espansione e una sempre maggiore attenzione delle piattaforme digitali mondiali, il K-pop sembra destinato a continuare a influenzare la musica globale e a diventare un modello esemplare di come la cultura pop possa essere un ponte tra popoli diversi.

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