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Alec Baldwin
Oggi, giovedì 18 dicembre, in prima serata su La7, va in onda “Il processo di Norimberga”, il grande film che porta sullo schermo uno dei momenti più drammatici e fondamentali del Novecento. Un appuntamento di forte impatto civile e culturale, capace ancora oggi di parlare al presente attraverso il racconto della giustizia chiamata a confrontarsi con l’orrore assoluto.
Il film è ambientato nella Germania del dopoguerra, quando, a pochi anni dalla fine del conflitto, si apre il processo contro alcuni giudici del regime nazista, accusati di aver piegato la legge a strumento di persecuzione e sterminio. Al centro della vicenda non c’è solo la ricostruzione storica degli eventi, ma una riflessione profonda sul confine tra obbedienza e responsabilità morale, tra legge scritta e coscienza individuale.
La narrazione segue il lavoro del tribunale internazionale chiamato a stabilire se e quanto chi ha applicato le leggi del Terzo Reich possa dirsi colpevole. In aula si confrontano memorie, testimonianze e giustificazioni che mettono a nudo le ambiguità di un sistema giuridico trasformato in macchina di morte. Ogni deposizione diventa un colpo allo stomaco, ogni arringa un invito a interrogarsi su cosa significhi davvero fare giustizia dopo un crimine che sembra andare oltre ogni possibilità di riparazione.
Nel film recitano diversi attori di rilievo internazionale, tra cui Alec Baldwin nel ruolo dell’avvocato americano Robert Houghwout Jackson, figura chiave dell’accusa; Brian Cox interpreta Hermann Göring, uno dei più alti esponenti del regime nazista; Christopher Plummer veste i panni di Sir David Maxwell Fyfe, e Jill Hennessy è Elsie Douglas
“Il processo di Norimberga” non è solo un film storico, ma un’opera che scava nell’animo umano e nel peso delle scelte individuali. I personaggi si muovono in un clima di tensione morale costante, dove la domanda centrale non riguarda soltanto il passato, ma il futuro: è possibile costruire una democrazia solida senza fare pienamente i conti con le proprie colpe? E fino a che punto un uomo può nascondersi dietro il ruolo che ricopre?
La messa in onda su La7 restituisce al pubblico un film di straordinaria attualità, che invita a riflettere sul valore della giustizia internazionale, sulla memoria storica e sulla fragilità delle istituzioni quando vengono private dell’etica. Un racconto che non concede facili assoluzioni e che costringe lo spettatore a restare vigile, consapevole del fatto che certi meccanismi non appartengono solo al passato.
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