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I conduttori de Le Iene
Stasera martedì 9 dicembre, in prima serata su Italia 1, torna “Le Iene”, il programma guidato da Veronica Gentili affiancata da Max Angioni, con la partecipazione in studio di Paola Iezzi e Paolo Ruffini. La puntata di questa sera si presenta come una delle più dense e delicate della stagione, con rivelazioni che promettono di far discutere e reportage capaci di scavare nell’animo dei protagonisti e nelle lacune del nostro Paese.
Il cuore dell’appuntamento è il servizio esclusivo di Roberta Rei, firmato da Marco Occhipinti, dedicato alla vicenda della morte di David Rossi, responsabile della comunicazione del Monte dei Paschi di Siena. Per la prima volta, grazie a una nuova consulenza tecnica, emergono elementi che metterebbero radicalmente in discussione la conclusione del suicidio. Una simulazione digitale con un manichino antropomorfo virtuale, costruito sulle misure esatte del corpo di Rossi e basata su parametri scientifici verificati, indicherebbe dinamiche incompatibili con l’ipotesi finora ritenuta prevalente. Secondo questa ricostruzione avanzata, che si pone in contrasto con la superperizia del 2022 dell’Università La Sapienza presentata dai Carabinieri del RIS, esisterebbero dati tecnici che suggeriscono la possibilità concreta di un omicidio. Il servizio si preannuncia come uno dei più rilevanti degli ultimi anni, destinato ad alimentare un dibattito che non si è mai sopito.
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Si torna a parlare della morte di David Rossi
Accanto all’inchiesta, spazio al racconto umano e artistico di Luchè, nome cardine dell’hip hop italiano. Nicolò De Devitiis lo ha seguito per 48 ore, tra viaggi, incontri e confessioni senza filtri. Il percorso comincia a Scampia, dove il rapper ripercorre la sua infanzia tra le Vele che stanno scomparendo: lo scheletro della gialla è già crollato, la rossa è prossima all’abbattimento e l’azzurra attende una profonda riqualificazione. In quei palazzi segnati da storie difficili, Luchè ricorda episodi che lo hanno marchiato: la pistola puntata alla testa da un coetaneo, un uomo agonizzante visto per strada, le faide che scandivano la vita quotidiana. Sono frammenti che spiegano la sua scelta di rifugiarsi nella musica, rifiutando la criminalità e usando i testi come grido di identità e ribellione.
Il servizio mostra anche la vita che Luchè conduce oggi, tra folla di fan, richieste incessanti di selfie e perfino follower che si tatuano il suo volto. Ma dietro il successo, il rapper racconta le sue fragilità: gli attacchi d’ansia, la depressione durante il Covid, il rapporto complesso con l’autostima e la decisione di non toccare mai la droga, nonostante la sua presenza costante nell’ambiente in cui è cresciuto. La confessione più intima riguarda la solitudine, ma anche il sogno diventato realtà: nel 2026 salirà sul palco di Sanremo.
Spazio infine a un servizio di forte impatto sociale firmato da Matteo Viviani, che porta le telecamere dentro la quotidianità di un bambino di dieci anni in Lombardia, costretto a vivere senza luce, senza riscaldamento e senza acqua calda. La casa in cui vive con il padre è un luogo di privazioni, tanto che il piccolo deve affidarsi alla generosità dei vicini per mangiare. Le segnalazioni alle istituzioni non avrebbero ottenuto risposte adeguate e Viviani documenta le condizioni inaccettabili dell’abitazione, tentando allo stesso tempo di fornire un aiuto concreto con una stufa, cibo e lenzuola, e soprattutto convincendo il padre a chiedere sostegno ai servizi sociali. Il servizio pone una domanda che scuote: come è possibile che un bambino viva così senza che nessuno intervenga davvero?
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