In tv
Renzo Arbore
Stasera, lunedì 8 dicembre 2025, alle 21:15 su La7 va in onda la nuova puntata de La Torre di Babele.
La puntata in programma è dedicata ai quarant’anni di Quelli della notte, il programma satirico e irriverente ideato e condotto da Renzo Arbore, che nel 1985 rivoluzionò la televisione italiana. Celebrare questo anniversario all’interno di un contenitore culturale come La Torre di Babele non è un semplice tributo nostalgico, ma un’occasione per rileggere quel laboratorio televisivo come un’esperienza culturale capace di rappresentare un’Italia in trasformazione, con la sua irriverenza, la sua voglia di libertà e la sua parte più trasgressiva e collettiva.
La Torre di Babele, guidata da Corrado Augias, è ormai un programma consolidato su La7. Da quando debuttò, si è imposto come uno spazio di approfondimento culturale, storico, politico ed economico, con l’obiettivo di rendere accessibili temi complessi attraverso interviste, contributi multimediali e discussioni con ospiti esperti.
Affidare a questo “salotto culturale” la celebrazione di Quelli della notte significa sovrapporre due visioni della televisione: da un lato, la televisione come intrattenimento libero, anarchico, irripetibile; dall’altro, come strumento di memoria, analisi e riflessione, capace di dare spessore culturale anche a un fenomeno pop. Questo dialogo rappresenta una forma di riconciliazione tra leggerezza e profondità, suggerendo che la satira e la comicità possono avere un valore sociale e culturale.
È un modo per restituire dignità a un format di divertimento, rileggendolo con gli occhi del presente, e riconoscendo che ciò che appare superficiale in un’epoca può diventare parte significativa della memoria collettiva in un’altra.
Per questa puntata ci saranno voci di rilievo: insieme ad Augias e Arbore interverranno critici, giornalisti e storici della televisione. La pluralità di prospettive suggerisce che la serata non sarà solo un nostalgico amarcord, ma una riflessione articolata su cosa significhi “fare televisione”, come cambiano i tempi, come cambia il pubblico e perché certe esperienze restano nel cuore e nella memoria di un’intera generazione.
Attesi non solo ricordi e aneddoti, ma un’analisi del contesto sociale di allora e di oggi: cosa c’era in Italia nel 1985, cosa è cambiato, quanto di quel gusto per la trasgressione e la libertà televisiva abbia ancora senso oggi.
Questo tributo dentro La Torre di Babele può essere letto come un atto di recupero storico e culturale. In un momento in cui la televisione corre verso sensazionalismi, algoritmi e engagement, tornare a ripensare un programma come Quelli della notte significa interrogarsi su quali spazi di autonomia, creatività e sperimentazione siano ancora possibili.
Significa ricordare che la satira, l’ironia e il paradosso non sono solo divertimento leggero, ma strumenti di critica, di rottura e di liberazione: capaci di dare voce a un’Italia che ride, ma che al tempo stesso riflette, si riconosce e si confronta.
E significa anche chiedersi: oggi, con l’affollamento dei contenuti e la corsa al click, quanto abbiamo perso e quanto potremmo recuperare di quell’energia libera, spontanea e coraggiosa che fu Quelli della notte.
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