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IL RICORDO

Nelson Mandela: l’uomo che cambiò il Sudafrica e il mondo

Il racconto della sua vita nell'anniversario della sua morte

Carolina  Brugi

05 Dicembre 2025, 15:19

Nelson Mandela

Nelson Mandela

Il 5 novembre rappresenta un’occasione per ricordare la figura di Nelson Rolihlahla Mandela, uno dei leader più influenti della storia contemporanea. La sua morte, avvenuta il 5 dicembre 2013 nella sua casa di Johannesburg, fu annunciata ufficialmente dall’allora presidente del Sudafrica, Jacob Zuma, che comunicò al mondo la sua scomparsa dovuta a una grave infezione polmonare. Mandela morì circondato dai suoi familiari, assistito fino all’ultimo momento. Il governo decretò dieci giorni di lutto nazionale, durante i quali si tennero cerimonie pubbliche, commemorazioni e, infine, i funerali di Stato nel villaggio di Qunu, dove Mandela era cresciuto.

Una vita contro l’apartheid

Nato il 18 luglio 1918 a Mvezo, nella regione del Transkei, Mandela intraprese fin da giovane un percorso di impegno civile che lo portò a diventare una figura centrale dell’African National Congress (ANC). Lottò contro il sistema segregazionista dell’apartheid, che negava i diritti fondamentali alla popolazione nera del Sudafrica. Inizialmente sostenitore della protesta non violenta, decise in seguito di passare alla lotta armata come risposta alla crescente violenza del regime. Ciò lo portò al celebre processo di Rivonia tra il 1963 e il 1964, conclusosi con una condanna al carcere a vita.

Passò 27 anni in prigione, principalmente a Robben Island, dove divenne un simbolo internazionale di giustizia e resistenza morale. Nonostante le dure condizioni detentive, la sua determinazione non vacillò mai, così come il suo impegno per un Sudafrica libero e democratico.

La liberazione e la nascita di una nuova nazione

La liberazione di Mandela l’11 febbraio 1990 segnò un evento storico di portata mondiale. Insieme al presidente Frederik Willem de Klerk avviò un percorso di dialogo che portò allo smantellamento graduale dell’apartheid e alla redazione di una nuova costituzione. Nel 1994 venne eletto Primo Presidente Nero del Sudafrica nelle prime elezioni democratiche e multirazziali del Paese. Durante il suo mandato lavorò senza sosta per unire un Paese profondamente diviso, promuovendo una politica di riconciliazione e collaborazione tra le diverse comunità. Volle che i cittadini bianchi e neri potessero convivere pacificamente, creando le basi di una nuova identità sudafricana. Il suo impegno gli valse, insieme a de Klerk, il Premio Nobel per la Pace (1993).

Gli ultimi anni e la sua morte

Mandela si ritirò dalla vita politica nel 1999, dedicandosi a cause sociali e umanitarie attraverso la Nelson Mandela Foundation. Continuò a essere una voce influente in tema di diritti umani, lotta alla povertà e prevenzione dell’HIV/AIDS. Con il passare degli anni la sua salute iniziò a peggiorare, soprattutto a causa di problemi respiratori cronici legati alle dure condizioni di prigionia. Nel 2013 fu ricoverato più volte e, nonostante le cure, le sue condizioni si aggravarono progressivamente.

La sua morte, annunciata la sera del 5 dicembre 2013, provocò un’ondata di commozione internazionale. Leader politici, personalità pubbliche e cittadini comuni espressero il proprio cordoglio e la propria gratitudine per l’eredità che Mandela aveva lasciato al mondo.

Eredità di un gigante

A dodici anni dalla sua scomparsa (immaginando che oggi sia il 5 novembre), Mandela continua a essere considerato uno dei più grandi difensori dei diritti umani della storia moderna. Il suo impegno per la libertà e la dignità della persona umana continua a ispirare milioni di persone, generazioni di attivisti e governi impegnati nella costruzione di società più giuste.

Il suo messaggio rimane vivo attraverso le sue parole più celebri, pronunciate nel giorno della sua liberazione: “La mia lunga marcia verso la libertà non è ancora finita.”

E in molti modi, grazie a chi porta avanti i suoi valori, quella marcia continua ancora oggi.

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