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03 dicembre 1992: viene inviato il primo sms della storia

Una notte di festa, un click e un cambiamento irreversibile

Carolina  Brugi

03 Dicembre 2025, 09:26

L'arrivo di un sms su un cellulare

L'arrivo di un sms su un cellulare

Ci sono momenti destinati a essere ricordati non per la loro spettacolarità, ma per l’impatto silenzioso che esercitano sul futuro. Il 3 dicembre 1992 fu uno di quei giorni: un breve messaggio di auguri partì da un computer e raggiunse un telefono cellulare, segnando l’inizio di una nuova era. Nessun giornale ne parlò, nessuno immaginò la portata dell’evento. Eppure, quelle due parole — “Merry Christmas” — inviate dall’ingegnere 22enne Neil Papworth al collega Richard Jarvis durante una festa aziendale Vodafone nel Berkshire, avrebbero cambiato il modo di comunicare dell’intero pianeta.

Le origini di un’idea semplice ma geniale

L’invenzione degli SMS nasce negli anni ’80, quando la telefonia mobile era ancora lontana dall’essere uno strumento di massa. Nel 1984, Matti Makkonen di Nokia propose per la prima volta l’idea di associare brevi messaggi testuali alla nuova rete GSM in fase di sviluppo. La definizione dello standard arrivò grazie al lavoro di Friedhelm Hillebrand e Bernard Ghillebaert, che stabilirono il limite dei 160 caratteri studiando cartoline, telex e telegrammi.

Gli SMS sfruttavano il protocollo SS7, concepito per utilizzare i momenti di inattività delle connessioni vocali. Questa intuizione rese la tecnologia economica, immediata e compatibile con i telefoni esistenti, senza richiedere hardware supplementare. Paradossalmente, però, i primi cellulari non erano ancora dotati di tastiere adeguate alla digitazione: per questo motivo il primo SMS fu inviato tramite computer.

Curiosità e sviluppi inaspettati

Papworth non comprese immediatamente l’importanza del suo gesto. Per anni lo ricordò come un episodio marginale, finché non osservò come gli SMS avessero cambiato radicalmente il modo di comunicare, dando origine alle abbreviazioni, agli emoticon e al linguaggio rapido della messaggistica moderna.

All’inizio la tecnologia aveva limiti evidenti: fino al 1999 era possibile scambiare SMS solo restando all’interno della stessa rete telefonica. Nonostante ciò, il servizio si diffuse rapidamente, generando un nuovo linguaggio sintetico (“txt spk”) e ispirando icone culturali come il celebre “bip” di notifica introdotto da Nokia nel 1993.

Il primo servizio commerciale rivolto al pubblico fu lanciato in Finlandia da Radiolinja nel 1993, mentre negli Stati Uniti l’adozione fu più lenta, complice il costo contenuto delle chiamate vocali.

L’eredità degli SMS nel 2025: tra declino e resistenza

Oggi, nell’era delle app di messaggistica e dell’RCS, gli SMS sembrano appartenere al passato. Ma i numeri mostrano una realtà più sfumata: il loro utilizzo “sociale” è calato drasticamente — nel Regno Unito si è passati dai 150 miliardi di SMS (2012) ai 32 miliardi (2023) — eppure continuano a essere uno strumento essenziale.

Il 93% dei consumatori usa ancora gli SMS ogni giorno, il 32% apre i messaggi entro 60 secondi e l’84% è iscritto a servizi di marketing via SMS, un settore cresciuto del 35% dal 2021. Nonostante l’assenza di crittografia end-to-end, gli SMS restano fondamentali per la verifica dell’identità, l’autenticazione a due fattori, le notifiche bancarie, gli alert sanitari e i pagamenti.

A più di trent’anni dal loro debutto, continuano a generare miliardi di dollari di ricavi globali e mantengono una presenza costante nella vita digitale quotidiana.

Una rivoluzione partita da un augurio

Oggi siamo immersi in un ecosistema comunicativo fatto di chat istantanee, emoji animate e intelligenza artificiale. Eppure, tutto è iniziato con un messaggio di due parole spedito senza grandi aspettative. Quel primo “Merry Christmas” non solo aprì un nuovo capitolo nella storia della comunicazione, ma lo fece con la semplicità che spesso accompagna i cambiamenti più profondi.

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