In tv
Massimo Giletti presenta Lo Stato delle Cose
Lunedì 1° dicembre alle 21.20 su Rai 3 torna Lo Stato delle Cose, il programma firmato e condotto da Massimo Giletti, che riaccende l’attenzione sulla politica italiana e sugli scenari internazionali, ma soprattutto sui grandi misteri irrisolti che continuano a interrogare l’opinione pubblica. L’appuntamento torna al centro della programmazione con un format riconoscibile, fatto di confronto diretto, approfondimento serrato e un ritmo narrativo che non concede spazio al superfluo. Lo studio diventa ancora una volta luogo di domande scomode, ricostruzioni, testimonianze e incroci che cercano di avvicinare lo spettatore a ciò che troppo spesso rimane nell’ombra.
La puntata si apre con un dialogo ad alta tensione: Massimo Giletti e Michele Santoro tornano faccia a faccia per discutere di politica estera e politica interna, due piani che oggi si sovrappongono come mai prima. Crisi internazionali, rapporti di forza globali, elezioni e instabilità governative: il dibattito non promette tregua e punta a leggere il presente con domande urgenti, in un confronto che incrocia idee, linguaggi e percezioni del Paese reale. È un ritorno atteso, un duello verbale che negli ultimi anni ha segnato il panorama televisivo del giornalismo d’inchiesta.

Michele Santoro
Il cuore della serata, però, batte sulle indagini. Lo Stato delle Cose riporta al centro dell’attenzione il caso di Garlasco, uno dei delitti più discussi degli ultimi decenni, con nuovi elementi che alimentano il dibattito e rimettono in movimento una storia giudiziaria complessa. Al centro, le recenti analisi sul DNA riscontrato sotto le unghie di Chiara Poggi, un dato che sta producendo domande, ipotesi e richieste di chiarimento. La puntata cercherà di capire se e come questi risultati possano incidere sulla posizione di Andrea Sempio, già più volte menzionato nell’indagine ma mai condannato, e se possano influire sulla condizione giudiziaria di Alberto Stasi, attualmente in carcere con sentenza definitiva. Il programma non si pone come tribunale, ma come tavolo di discussione pubblica, consapevole del peso umano e giudiziario della vicenda.

Andrea Sempio
In studio ci saranno figure centrali nel percorso processuale e investigativo. Previsto un confronto destinato a far discutere: Francesco Marchetto, ex maresciallo che prese parte alle prime investigazioni nel 2007, e Gennaro Cassese, allora suo superiore e oggi su posizioni opposte rispetto a molte conclusioni operative. Due uomini, due ricordi, due verità che si intrecciano e si contraddicono, offrendo allo spettatore una ricostruzione più ampia e complessa della prima fase investigativa.
L’ultima parte della puntata riapre un capitolo che da decenni vive di domande senza risposta: il caso di Emanuela Orlandi. Il programma annuncia nuovi documenti, materiali ritenuti potenzialmente rilevanti per ricostruire uno scenario differente da quelli finora proposti. La storia della giovane cittadina vaticana scomparsa nel 1983 è una ferita ancora aperta nella memoria nazionale, un enigma che ha attraversato generazioni e che continua a riemergere con elementi inediti, testimonianze, supposizioni. Giletti punta a portarli sul tavolo, a esaminarli con rigore e a restituire al pubblico la possibilità di comprendere quali nuove domande siano oggi necessarie.

Una manifestazione per Emanuela Orlandi
Il ritorno di Lo Stato delle Cose non è semplice continuità televisiva: è un passo dentro l’informazione che cerca fragilità, omissioni, zone grigie. È un ritorno alla parola che sonda, all’inchiesta che scava sotto la superficie, alla necessità di raccontare il Paese reale con tutte le sue contraddizioni. E lo fa con il volto di Massimo Giletti, in una serata in cui la televisione non chiede soltanto di guardare, ma di ascoltare, riflettere, interrogarsi.
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