Il caso Poggi
La ricostruzione del Tg1 e Alberto Stasi
Delitto di Garlasco, l'orario della morte di Chiara Poggi è uno degli aspetti più dibattuti della vicenda. Se anche l'orario dell'aggressione di Alberto Stasi dovesse differire di pochi minuti rispetto a quello cristalizzato nella sentenza, l'impianto accusato nei confronti del fidanzato della vittima, come hanno sempre ribadito gli avvocati Giada Bocellari e Antonio De Rensis, vacillerebbe considerando che è accertato come Stasi poi si sia messo al pc.
Il servizio del Tg1
Come scrive Libero, lo scoop del Tg1 su una nuova traccia rinvenuta nella villetta di via Pascoli ha rimesso in discussione passaggi che parevano ormai cristallizzati nelle sentenze.
Si tratta di un’impronta individuata in cima alle scale della cantina: nelle prime indagini era stata giudicata poco rilevante, anche per l’assenza di sangue visibile. Le analisi più recenti, però, avrebbero rilevato materiale ematico riconducibile a Chiara Poggi. Non solo: quell’impronta sarebbe compatibile con la famosa “traccia 33”.
Secondo quanto ricostruisce ancora Libero, la procura di Pavia starebbe ipotizzando una sequenza dell’omicidio diversa rispetto al passato: Chiara colpita dapprima vicino all’ingresso, poi nel salone e, infine, accanto al tavolino del telefono — dove avrebbe tentato una chiamata disperata. L’assassino, quindi, avrebbe trascinato o sollevato il corpo, gettandolo giù per le scale della cantina, per poi sostare lì lasciando impronte di mani e scarpe.

Chiara Poggi
Ma il vero terremoto riguarda l’orario della morte. La nuova perizia disposta dagli inquirenti sposterebbe “in avanti” le lancette rispetto alla ricostruzione su cui si è fondata la Cassazione quando ha condannato in via definitiva l’ex fidanzato, Alberto Stasi.
La sentenza definitiva, ricordano le cronache, colloca l’aggressione tra le 9:12 e le 9:35: un intervallo di 18 minuti, coincidente con la disattivazione dell’allarme e con l’uso del computer da parte di Stasi. Ora però gli accertamenti più aggiornati ipotizzano che il decesso possa essere avvenuto tra le 11:00 e le 11:30, aprendo alla possibilità che la vittima abbia lottato più a lungo — e, soprattutto, riducendo la sovrapposizione con i movimenti dell’ex fidanzato.
È questo il punto su cui insiste Libero: se l’orario della morte venisse definitivamente spostato in avanti, lo scenario accusatorio potrebbe cambiare in modo significativo, fino ad arrivare — almeno in teoria — a “scagionare” Stasi rispetto alla dinamica ricostruita dai giudici.
La perizia informatica dal giudice Stefano Vitelli, infatti, certificò che dopo un certo orario Stasi si trovasse effettivamente davanti al suo pc, prima a visionare dei video, poi a lavorare alla sua tesi: spostando l'orario dell'aggressione più avanti si troverebbe escluso dalla scena del crimine.
E se quel dettaglio temporale si rivelasse decisivo, l’ombra trovata in cima alle scale potrebbe diventare la chiave per rileggere l’intera storia.
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