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LUTTO

Grosseto piange Alessandro “Sandrino” Scapecchi, simbolo della boxe maremmana

Il maestro, ex campione italiano degli anni ’80, è scomparso all'età di 67 anni. La figlia: "Spero che tu sia volato tanto in alto e che lassù tu abbia trovato una bella palestra, come hai sempre sognato te"

Carolina  Brugi

21 Novembre 2025, 09:44

Alessandro Scapecchi

Alessandro Scapecchi

Il mondo del pugilato, e più in generale dello sport, è in lutto per la morte di Alessandro Scapecchi, scomparso a 67 anni dopo aver lottato contro la malattia. Figura simbolo del pugilato grossetano, Scapecchi ha legato il proprio nome a decenni di storia sportiva cittadina, dentro e fuori dal ring.

A Grosseto, dove la boxe è radicata come identità collettiva, la notizia della sua morte ha colpito profondamente l’ambiente sportivo. «Per tante generazioni Alessandro è stato simbolo e punto di riferimento di uno sport che amiamo profondamente – racconta la promoter internazionale Rosanna Conti Cavini – prima da atleta e poi da istruttore. Lascia un vuoto incolmabile, quello di un grande campione, di vita e di sport».

Campione italiano, Scapecchi ha poi intrapreso la carriera da istruttore, accolto nella Pugilistica Grossetana dall’allora presidente Umberto Cavini. Con lui, raccontano i familiari, il rapporto era speciale, fatto di stima e sintonia professionale.

A confermarlo è la manager Monia Cavini: «Tra Alessandro e mio padre c’è sempre stato un feeling particolare. Alessandro è sempre stato il suo pupillo. Se ne sono andati entrambi troppo presto, alla stessa età. Oggi perdiamo un altro pezzo della nostra storia, ma anche della nostra vita, perché ad Alessandro sono legati tantissimi momenti positivi che abbiamo vissuto insieme. Il dolore per la sua scomparsa è immenso. Ricordiamo l’atleta, ma anche l’uomo, per noi uno di famiglia».

Appena appresa la notizia, lo staff della RCC Boxe si è recato a Perugia, dove Scapecchi era ricoverato, per l’ultimo saluto. «Averlo conosciuto è stato un grande privilegio – conclude Fabrizio Corsini, presidente della Pugilistica Grosseto Umberto Cavini – ogni suo insegnamento diventa ricordo prezioso che cercheremo di tramandare a tutti quei ragazzi che quotidianamente frequentano la nostra palestra».

La RCC Boxe e la Pugilistica Grossetana hanno espresso cordoglio e vicinanza alla famiglia, alla moglie Catia e alla figlia Gessica, molto legate al campione.

La lettera di Gessica Scapecchi

«Un grande campione nel pugilato ma soprattutto nella vita… un padre e un marito spettacolare, sempre presente. Io e mamma abbiamo potuto contare su di te in ogni momento della nostra vita. Poche settimane fa abbiamo guardato le tue adorate cassette dei tuoi combattimenti e i ricordi della nostra famiglia… che emozione!!… ci siamo commossi insieme e sorriso insieme. Papi mio, spero che tu sia volato tanto in alto e che lassù tu abbia trovato una bella palestra, come hai sempre sognato te, con un bel ring, dove potrai allenare ancora altri campioni. Mi mancheranno i tuoi “buongiorno pulcina mia”… ti porterò sempre con me in ogni momento della mia vita. Proteggi me e la mamma, che tanto ti ha amato, anche da lassù come hai sempre fatto… per me siete stati un grande esempio di amore immensoti amiamo papi mio… lo sai che non amo pubblicare cose private ma lo faccio perché so che a te farebbe piacere… la tua pulcina e l’amore della tua vita….
RIPOSA IN PACE AMORE NOSTRO».

Come riportato su MaremmaOggi, Scapecchi debuttò tra i professionisti nel 1980 e si fece subito notare con un avvio fulminante: 15 vittorie consecutive, superando avversari di grande caratura come Carlo Frassinetti, Abas Macauley, Potito Di Muro, Pellegrino Ventrone e Natale Caredda.

Il 23 luglio 1982, sul ring della sua Grosseto, conquistò il titolo italiano dei pesi leggeri, battendo ai punti Lucio Cusma. Difese poi la cintura contro lo spagnolo Isidoro Cabeza e contro Luigi Della Rosa. Nel 1983 arrivò la prima sconfitta della carriera, ma Sandrino non si fermò: il 12 maggio 1984, sempre a Grosseto, tornò campione superando l’italo‑argentino Juan José Gimenez e diventando campione italiano dei superleggeri.

Nel 1985 affrontò le due sfide più prestigiose della sua vita: il match continentale contro l’imbattuto Patrizio Oliva — resistendo dodici riprese prima della sconfitta ai punti — e l’incontro con l’inglese Terry Marsh per il titolo europeo vacante.

Continuò a combattere ad alti livelli fino al 1987, sfiorando nuovamente l’Europeo contro Tusikoleta Nkalankete. Chiuse la carriera con 42 incontri, 33 vittorie (14 per KO), 7 sconfitte e 2 pareggi.

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