L'omicidio di Chiara Poggi
Massimo Lovati e (nel riquadro) Andrea Sempio
Delitto di Garlasco, a Storie Italiane del 15 ottobre intervista a Massimo Lovati, ormai ex avvocato di Andrea Sempio. Al legale viene chiesto: “Com’è finito Sempio dentro un’indagine così grossa? Cioè, lui rischia l’ergastolo”. “Uno scontrino”. “Senza targa, senza niente”, ricorda il servizio. “Uno scontrino”, ribadisce l’avvocato.
“Lo dice anche il giudice Vitelli – ricorda Lovati – ‘quando mi hanno fatto vedere quella cosa lì dello scontrino era una cosa curiosa, però l’imputato era un altro, quindi non mi sono preoccupato più di tanto’. Però in effetti era una cosa curiosa, come lo è, insomma”. “Conosce bene i Sempio – secondo lei è il vigile del fuoco a dare lo scontrino alla madre?”. “Non penso proprio”, risponde Lovati. “La madre gliene ha mai parlato?”. “No, no – taglia corto Lovati – tutte illazioni”.
“Su questo scontrino se ne sono detti di tutti i colori – ricorda la conduttrice Eleonora Daniele – però anche l’avvocato, obiettivamente, che ha seguito la vicenda da molto vicino finora, dice: ‘Beh, questo scontrino era un po’ curioso, nessuno gli aveva chiesto niente, perché portare uno scontrino? Di che cosa aveva paura Andrea Sempio?’”.
Eleonora Daniele
“Lui era stato richiamato dopo 14 mesi dalla prima volta che era stato sentito – ricorda la giornalista Rita Cavallaro – 5 giorni dopo, perché era il 18 di agosto, e in quell’occasione gli era stata fatta una sola domanda riguardante le tre telefonate fatte a Chiara Poggi. Poi c’era stata una nota dei carabinieri che avevano chiesto di fare un approfondimento. Quindi viene chiamato il 4 ottobre 2008 ed esce fuori questa storia dello scontrino in un verbale che non ha interruzioni. C’è scritto: ‘lo scontrino che vi consegno.’ Quindi noi abbiamo sempre, sulla base di quel verbale, interpretato il fatto che lui avesse di sua spontanea volontà consegnato quello scontrino. Poi ora è venuto fuori che invece gliel’hanno chiesto i carabinieri, che lui è andato e tornato, l’ha preso, e tra l’altro loro si smentiscono. Lo stesso Cassese dice: no, non si è mosso. Oppure c’è un’ambulanza venuta lì per 40 minuti perché Sempio si è sentito male e non è scritto a verbale. Troppe cose che non tornano”.
Rita Cavallaro
“Però di fatto c’è una questione fondamentale: tutti possono non avere un alibi – aggiunge – non è una colpa non avere un alibi, ma è un grave indizio di colpevolezza fornire un alibi falso. Lo dice la Cassazione, e quello scontrino, se è stato fornito anche, tra virgolette, in buona fede da Sempio, comunque stai fornendo un alibi falso, anche perché quella mattina le celle telefoniche lo piazzano a Garlasco. È tutto da dimostrare, ed è innocente fino a prova contraria, ma noi stiamo parlando di queste inchieste e di come è stato costruito il quadro accusatorio, che poi porterà, sulla base di quello che già pensano i magistrati, a una richiesta di rinvio a giudizio”.
Massimo Lovati
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