L'omicidio di Chiara Poggi
Giuseppe Sempio e uno dei pizzini
Nel corso della puntata di “Quarto Grado” - in onda questa sera, venerdì 10 ottobre, su Retequattro – è intervenuto, Giuseppe Sempio, padre di Andrea, per spiegare il significato di alcuni bigliettini perquisiti nella loro abitazione dagli inquirenti che stanno indagando su un possibile caso di corruzione nei confronti dell’ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti, che nel 2017 archiviò la posizione di Andrea Sempio.
Nel corso del servizio trasmesso ad ogni immagine mostrata Giuseppe Sempio ha dato una motivazione: sulla prima nota riportava ‘Venditti Gip archivia X 20-30 euro’ (foto 1) che per la Procura di Brescia sarebbero 20-30 mila euro: «La storia dei 20-30 euro bisogna sfatarla un po'. Stanno mischiando tutte le cose. Se ci fosse stato scritto 20, 30, 40 o 200 mila euro… ma c'era scritto un'altra cifra. Riguardava qualcosa con gli avvocati, adesso non so se fosse quello che dicono loro, le marche da bollo o altre cose».
Nella seconda annotazione ‘Cosa succede se i Giarda presentano un'istanza di revisione a Brescia fatta bene?’(foto 2). Su questo Giuseppe Sempio spiega: «Dato che non sapevo cosa potesse succedere, quella lì era una cosa da chiedere sicuramente agli avvocati».
In un altro appunto si legge: ‘Pensiero del papà, il soggetto ha un nome e un cognome per la legge italiana. Si chiama Sempi-Andrè’ (foto 3) Questa la spiegazione di Giuseppe Sempio: «Secondo me, quella roba lì l'ho tirata fuori da qualche giornale. Io, in casa, mi appuntavo qualche frase ma senza darci peso, insomma».
Nel nuovo bigliettino con scritto ‘4 febbraio 2016. GIP Venditti, procuratore di Pavia. Se archivia l'indagine, dovrebbe mettere il nome del soggetto sull'archiviazione, (Sempio Andrea). Così non può essere indagato per lo stesso motivo il DNA’ (foto 4). Giuseppe Sempio su queste frasi dichiara: «Io GIP, GUP, o quelle robe lì, ancora adesso non riesco a capire che mansione ha».
E infine, sempre su questo bigliettino, un’altra annotazione: ‘L'accusa di Stasi verso i Sempio, perché sono loro che hanno fatto seguire mio figlio Andrea, accusandolo con il DNA; quindi, non è una difesa ma un'accusa verso la mia famiglia’ (foto 5) Giuseppe Sempio chiarisce: «Sono cose che io in casa mi appuntavo se leggevo qualche frase sul giornale».
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