L'omicidio
Il giornalista Gianmarco Menga mostra il documento esclusivo
Delitto di Garlasco: un altro scontrino, sempre dello stesso parcheggio di Vigevano, ma del giorno dopo. È il documento esclusivo mostrato nella puntata di venerdì 3 ottobre di Quarto Grado, anch’esso conservato dalla famiglia Sempio. Risale al 14 agosto, il giorno dopo l’omicidio di Chiara Poggi: inizio sosta 17.32, fine sosta 18,32, spesa un euro. Il parcheggio è lo stesso del giorno precedente. “Se il primo scontrino rappresenta per alcuni l’ostentazione di un alibi, cosa rappresenta allora il secondo?”, si chiedono a Quarto Grado, condotto da Gianluigi Nuzzi.
Gianluigi Nuzzi
Il giornalista lo ha chiesto direttamente al padre e alla madre di Andrea Sempio, con il giornalista Gianmarco Menga e la collega Martina Maltagliati che hanno fatto visita alla famiglia: “Io mi ricordo che avevo tenuto entrambi – ricorda il padre Giuseppe – ma pensavo di averlo buttato”. L’avvocato Lovati aveva capito l’importanza del secondo scontrino. “Che io mi ricordi – afferma Giuseppe Sempio – forse sono andato io con Andrea, se non sbaglio. Siamo andati alla libreria Feltrinelli”. Giuseppe sembra ricordare di essere stato lui ad accompagnare il figlio a Vigevano: la libreria, chiusa la mattina precedente, era aperta il pomeriggio. I giornalisti hanno chiesto anche ad Andrea Sempio, ma l’unico indagato nella nuova indagine non ricorda. È passato troppo tempo.
Per chi indaga è inusuale procurarsi un alibi senza che gli venga chiesto durante un’indagine, in riferimento ai primi interrogatori di Sempio, ma per la famiglia appare quindi un’abitudine consolidata tenere i bigliettini. La madre di Andrea Sempio mostra ai giornalisti di Quarto Grado il cassetto in cui sono soliti conservare i documenti. “È un’abitudine che ho sempre avuto – afferma – quella di aver sempre tenuto tutto”. Menga mostra l’originale dello scontrino, scolorito dal tempo, ma ancora leggibile. Il secondo scontrino era pinzato con quello del 13 agosto, quello del giorno dell’omicidio di Chiara Poggi. “È vero che questa famiglia è abituata a conservare i bigliettini - chiosa l’avvocato Massimo Lovati – come dimostra il famoso pizzino. Questo ritrovamento dimostra la verità del racconto di Andrea.” “Non credo a una parola di quello che dicono i genitori di Sempio – attacca il giornalista Carmelo Abbate – ma rafforza il tentativo di costruirsi un alibi".
Carmelo Abbate
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