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FOLLONICA

In carcere lo stalker dei politici: "Ossessione malata, odio senza limiti. Una persecuzione. È un sollievo, ma non basta"

Mirjam Giorgieri, consigliere comunale di minoranza ed ex assessore, rilancia l'appello: "Parlare serve, denunciare serve"

Roberto Bata

30 Giugno 2025, 09:07

In tribunale il caso dello stalker del Golfo: per le vittime "la persecuzione continua"

Da quasi tre anni prende di mira alcuni amministratori ed ex amministratori follonichesi, politici e giornalisti grossetani con post osceni sui canali social. Ma ora gli è stata notificata la misura cautelare in carcere : l'uomo è stato arrestato ed è in via Saffi. E per le sue vittime è la fine di un incubo. 

Tra loro c'è l'ex assessore – e attuale consigliere comunale di minoranza – Mirjam Giorgieri: "Per anni – ricorda Giorgieri – sono stata bersaglio di un odio che non ha avuto limiti. Un’ossessione malata che ha trasformato la mia immagine in un oggetto da colpire, manipolare, distruggere. Non una, ma cento, mille volte. Fotomontaggi osceni, insulti, diffamazioni, violenza verbale, molestie quotidiane. Una persecuzione vera e propria, condotta pubblicamente, sui social, davanti agli occhi di tutti. Con la chiara intenzione di annientare la mia voce, il mio impegno, la mia persona. Non sono stata l’unica vittima, insieme a me sono stati colpiti uomini e donne con la sola colpa di essere pubblicamente impegnati: in politica o nel lavoro".

"Adesso, finalmente, quella lunga scia di violenza ha trovato un argine: l’uomo responsabile di tutto questo è stato arrestato e si trova in carcere. È un sollievo, sì. Ma non basta per cancellare ciò che ho vissuto. Non cancella la paura, il peso addosso ogni volta che aprivo un social, l’angoscia nel vedere la mia immagine trasformata in una caricatura offensiva. Non cancella il dolore delle persone che mi sono vicine e hanno visto tutto questo accadere senza poterlo fermare. Ma oggi posso dire, con forza – prosegue Mirjam Giorgieri – che parlare serve. Che denunciare serve. Che la verità non resta sepolta per sempre. E che nonostante la fatica, nonostante la violenza, non mi hanno spezzata. A chi, come me, si espone ogni giorno, soprattutto se sei donna, voglio dire questo: sì, siamo più esposte. Siamo più facilmente colpite".
"Ogni volta che cercano di metterci a tacere con l’odio, la violenza, la derisione, in realtà ci confermano una cosa: che la nostra voce dà fastidio perché conta. Non è facile. Non è giusto. Ma è la realtà con cui ci confrontiamo ogni giorno. E allora no, non possiamo sparire. Non possiamo fare un passo indietro ogni volta che ci vogliono fuori. Dobbiamo restare, esserci, farci vedere. Insieme. Tutto questo avrebbe potuto togliermi la voglia di parlare, di espormi, di credere nel senso di quello che faccio. Non ci è riuscito. Mi ha fatto male, sì. Ma mi ha anche resa più lucida, più determinata. Io resto. Con la mia voce, con il mio impegno, con la mia libertà. E resto anche per chi ancora non trova lo spazio per farlo".
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