Il Consiglio comunale di Grosseto ha votato – come annunciato – per la rinuncia all'esercizio del diritto di prelazione sul trasferimento dell'intera partecipazione azionaria di Farmacie comunali riunite detenuta dall'attuale socio di minoranza Farvima.
“Un indirizzo – sottolinea il sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna – che mi trova pienamente in linea: l'acquisto della totalità di Fcr sarebbe eccessivamente oneroso e comunque non necessario a incrementare il peso specifico del Comune nelle scelte della società che, lo ricordo, è in ogni caso guidata proprio dalla parte pubblica che è detentrice, già oggi, di quote di maggioranza. Non abbiamo acquistato a cifre ben minori le quote di Fcr nel 2018. Alla luce di questo, dovendo e volendo amministrare secondo il principio del 'buon padre di famiglia' direi che non è sostenibile neppure ipotizzare l'acquisto adesso. Quei denari, spesi per giungere al 100 per cento del capitale sociale, avrebbero il solo risultato di andare a compromettere altri investimenti prioritari. E aggiungo: le farmacie sono un formidabile presidio sociale, questo è indubbio. Ma non si tratta certo dell'unica carta nelle mani del Comune per realizzare politiche inclusive e solidali”.
“Siamo chiamati a compiere delle scelte. Questa – aggiunge l'assessore alle Partecipate, Fabrizio Rossi – è una decisione che prendiamo nella piena consapevolezza di essere nella motivazione giusta. Il mantenimento del controllo pubblico non è per nulla messo in discussione dal mancato raggiungimento del 100 per cento delle quote di Fcr da parte del Comune. Con il 51 per cento che già il nostro ente detiene, Fcr è una società controllata dal municipio. Ente che assicura, così, governance, servizi e anche il rispetto di tutti i patti parasociali in vigore. Rispediamo al mittente dunque ogni speculazione politica su quello che è un bene di interesse generale. Il mantenimento del controllo pubblico basta ad avere la facoltà di dare indirizzi adeguati a Fcr e significa anche imprimere e ottenere obiettivi di carattere sociale che, a oggi, lo ribadisco, non sono mai mancati”.
“Fcr – concludono Vivarelli Colonna e Rossi – non potrà che avere giovamento dall'ingresso di un partner industriale che per propria specializzazione è ampiamente in grado di valorizzare la rete stessa dei presìdi farmaceutici. Senza considerare che l'orientamento normativo, in particolare il decreto legislativo 175/2016 suggerisce all'ente pubblico la preferenza a limitare quote non essenziali e a evitare nuovi esporsi su società partecipate”.
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