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LA RICORRENZA

25 novembre: la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne

Un impegno globale per diritti, sicurezza e dignità

Carolina  Brugi

25 Novembre 2025, 09:27

La Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne

La Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne

La Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne, celebrata ogni anno il 25 novembre, nasce dalla Risoluzione 54/134 adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1999. La data ricorda l’assassinio delle sorelle Mirabal, attiviste politiche dominicane uccise nel 1960 dal regime di Rafael Trujillo, diventate simbolo mondiale della lotta alla violenza patriarcale e alla repressione politica. Secondo la definizione contenuta nella stessa dichiarazione delle Nazioni Unite, la violenza contro le donne comprende ogni atto capace di causare sofferenza fisica, sessuale o psicologica, incluse minacce, coercizione e limitazioni arbitrarie della libertà sia nella vita pubblica sia in quella privata.

Ogni anno il 25 novembre segna l’inizio dei “16 Days of Activism Against Gender-Based Violence”, una campagna internazionale che si conclude il 10 dicembre, Giornata dei Diritti Umani. Il senso di questa scelta temporale è ribadire che la violenza di genere non è solo un problema sociale o culturale, ma una fondamentale violazione dei diritti umani. Le istituzioni internazionali, in questi giorni, coordinano iniziative educative, legislative e di sensibilizzazione per evidenziare quanto il fenomeno sia globale e ancora profondamente radicato.

Nel 2025, le Nazioni Unite e l’UNESCO concentrano l’attenzione sul percorso verso Beijing +30, a trent’anni dalla storica Dichiarazione di Pechino. Il tema delle campagne internazionali insiste sulla necessità di investire nella prevenzione, nel rafforzamento dei servizi di protezione e nella raccolta di dati affidabili. L’UNESCO evidenzia inoltre la crescita della violenza digitale e delle minacce rivolte soprattutto alle donne attive nello spazio pubblico, come giornaliste, insegnanti e attiviste.

I dati globali confermano che il problema rimane drammaticamente diffuso. Le statistiche delle Nazioni Unite ricordano che la violenza contro le donne è tra le violazioni dei diritti umani più presenti al mondo, persistente in ogni contesto geografico e sociale. Non riguarda soltanto la violenza fisica, ma anche forme psicologiche, economiche, digitali e strutturali, che limitano significativamente la partecipazione libera e sicura delle donne nella società.

In Italia, secondo i dati riportati dal Ministero della Salute e dall’ISTAT, la situazione richiede ancora una forte attenzione. Circa un terzo delle donne ha subito, nel corso della vita, una forma di violenza fisica o sessuale. Più della metà degli omicidi di donne è commessa da partner o ex partner, confermando che la casa e le relazioni affettive rappresentano i luoghi più rischiosi per molte vittime. Il sistema sanitario registra inoltre migliaia di accessi al Pronto Soccorso collegati a episodi di violenza, spesso accompagnati da molteplici visite ravvicinate che suggeriscono un quadro di vulnerabilità cronica.

Il Paese mette a disposizione strumenti dedicati: il numero nazionale 1522, attivo 24 ore su 24, offre supporto psicologico e orientamento ai servizi territoriali. L’app 1522 permette di contattare le operatrici in sicurezza, mentre l’app YouPol della Polizia di Stato consente di inviare segnalazioni immediate, anche in anonimato. Le farmacie e i Pronto Soccorso collaborano nell’intercettazione e nella presa in carico delle vittime, mentre la mappa dei centri antiviolenza, accessibile sui portali istituzionali, facilita l’orientamento verso il supporto territoriale più vicino.

Il tema della protezione delle donne è costantemente discusso anche sul piano europeo e internazionale. Il Parlamento Europeo continua a sostenere la necessità di riconoscere il femminicidio come reato specifico nell’ordinamento dell’UE, mentre la diplomazia italiana sottolinea l’impegno nel contrasto globale a pratiche come le mutilazioni genitali femminili e i matrimoni forzati, collegando tale impegno agli obiettivi dell’Agenda 2030. L’UNESCO, con programmi come “Transforming Men-talities”, promuove percorsi educativi rivolti alle giovani generazioni per trasformare stereotipi e modelli culturali che alimentano la violenza.

La ricorrenza del 25 novembre è quindi un appello all’azione: a credere alle vittime, a sostenere chi affronta percorsi difficili di uscita dalla violenza, a pretendere politiche efficaci e a costruire una società più giusta, sicura e libera.

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